Audizione alla Procura di Roma per il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Il colloquio del 19 febbraio con il pm Carlo Villani, durato circa un’ora, ha avuto come oggetto il tema dei bilanci delle Asl del Lazio stilati tra il 2017 e il 2020 che risulterebbero edulcorati. Una presunta manomissione che avrebbe indotto le istanze superiori – governo e ministero dell’Economia – a una decisione di enorme peso politico: l’uscita dal commissariamento della sanità. Così, per la giunta guidata da Nicola Zingaretti si chiuse un lungo periodo di restrizioni e, con la nomina di un assessore alla Sanità l’ente locale allentò il peso del ministero dell’Economia sui conti regionali. Un capovolgimento istituzionale che per l’attuale amministrazione si è rivelato una grana di non poco conto, che Rocca ha dichiarato di voler risolvere nel più breve tempo possibile. Dal mese di dicembre, quando è scoppiato il bubbone, gli uffici di via Cristoforo Colombo si sono messi al lavoro con solerzia per risanare quello che ben otto direttori generali di aziende sanitarie e ospedaliere – secondo quanto risulterebbe ai magistrati inquirenti – avrebbero avallato sebbene non rispondente alla realtà. Sullo sfondo la sanità regionale, comparto in grave sofferenza perché afflitta da un atavico deficit. Motivo per cui qualcuno – durante l’amministrazione targata Nicola Zingaretti, con Alessio D’Amato assessore alla Sanità – ha pensato di nascondere la polvere sotto il tappeto, con artifizi contabili attraverso note di credito non corrette, mostrando una situazione debitoria più rosea rispetto alla realtà. Una eredità pesante per Francesco Rocca e, soprattutto, per i cittadini del Lazio che speravano fortemente in un cambio di rotta su liste di attesa, pronti soccorsi superaffollati, servizio di emergenza zoppicante e mille altre difficoltà, specie negli ospedali di provincia privati di tanti servizi essenziali. Una trovata feroce, specie per tutte le istituzioni tratte in inganno dalle false attestazioni, non di una o due ma di ben otto aziende quasi ci fosse una regia occulta, al momento tutta da dimostrare. Resta la grana per l’amministrazione Rocca, che non può chiudere i bilanci di Asl e ospedali finché non emergerà il dato contabile chiaro. “A causa di questi disordini – ha dichiarato il governatore – nel 2023 abbiamo pagato un prezzo molto alto sulla sanità”. Un prezzo salato, specie per i cittadini che ne hanno avuto certamente contezza.

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