Crea: come rilanciare l’assistenza

Un sistema che metta al centro “la comunità” e nel quale produrre salute in piena sinergiacon entilocali, ma anche col terzo settore, integrando le varie dimensioni del benessere: sociale, economico, ambientale, oltre che meramente sanitario. Un modello che si muove per anticipare i bisogni di salute per prevenire patologie e cronicità. Emerge chiara la direzione verso cui il nostro Servizio Sanitario nazionale deve tendere dai dati contenuti nel 17° Rapporto Crea Sanità (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità)dell’Università di Tor Vergata presentato il 19 gennaio a Roma. “Il Pnrr è un’occasione irripetibile commenta Federsanità il cui esito sarà quello di rilanciare il Paese e l’intero sistema dei servizi, non a caso nella Missione 6 Salute si fa di fatto riferimento alla integrazione sociosanitaria con i Servizi sociali dei Comuni sia per quanto riguarda le Case di comunità sia per l’assistenza domiciliare. Su questo tema, concordiamo con il Rapporto Crea – dicono da Federsanità – i tempi stringono e in molti casi dovrà essere recuperato il ritardo accumulato in questi decenni. Ora è il momento di una riforma della sanità territoriale e della messa a punto di standard strutturali necessari per la realizzazione di un nuovo modello organizzativo della rete di assistenza. La pandemia ha reso ancora più evidenti alcuni aspetti critici di natura strutturale che il Rapporto Crea evidenzia in maniera eccellente – sostengono dalla Federazione – che in prospettiva potrebbero essere aggravati dall’accresciuta domanda di cure derivante dalle tendenze demografiche, epidemiologiche e sociali in atto. Tra le principali criticità rilevate vi sono: significative disparità territoriali nell’erogazione dei servizi, in particolare in termini di prevenzione e assistenza sul territorio; un’inadeguata integrazione tra servizi ospedalieri, servizi territoriali e servizi sociali; tempi di attesa elevati per l’erogazione di alcune prestazioni. Dobbiamo puntare su un adeguato sfruttamento delle tecnologie più avanzate, su elevate competenze digitali, professionali e manageriali, su nuovi processi per l’erogazione delle prestazioni e delle cure e su un più efficace collegamento fra la ricerca, l’analisi dei dati, le cure e la loro programmazione a livello di sistema”, concludono da Federsanità Anci.   

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