Cittadini e Regione a confronto

front8046536Nel Lazio l’appuntamento con Cittadinanzattiva Tdm si è svolto il 2 dicembre al San Camillo

Stato di salute del servizio sanitario. La diagnosi è formulata dal Tribunale dei diritti del malato a confronto con la Regione Lazio e la prognosi è riservata. Il 2 dicembre una delegazione di Cittadinanzattiva Tribunale del malato, ha illustrato al sub commissario per la sanità del Lazio Giovanni Bissoni le criticità di Asl e ospedali, presentando schemi e tabelle frutto di una analisi fra trimestri da aprile a giugno del 2014 e del 2015. L’incontro, a porte chiuse, si è svolto presso la direzione dell’ospedale San Camillo di Roma e i risultati hanno dimostrato che nel periodo esaminato si è registrata una riduzione di circa 45.800 prestazioni, specie per esami diagnostici e radiologici, con un peggioramento dei tempi di attesa. La conclusione cui sono giunti i rappresentanti dell’associazione di tutela – che ha compiuto il 14 giugno scorso il 35esimo anno di attività – è che “a causa delle liste di attesa intollerabili molti utenti si rivolgono a strutture private o rinunciano a curarsi”, come è scritto nel rapporto esibito durante la discussione. Insomma, una bocciatura totale della sanità regionale di cui nulla è trapelato sugli organi di informazione, al contrario delle altre regioni italiane in cui gli incontri erano aperti al pubblico.

Fonte principale di documentazione il sito della Regione Lazio, che deve fare i conti con informazioni frammentarie e non sempre puntuali provenienti dalle strutture sanitarie. A quanto pare, gli effetti del decreto per il “governo delle liste di attesa”, firmato il 28 ottobre 2013 dal presidente Zingaretti sono a tutt’oggi nulli. Asl e ospedali non hanno predisposto i piani attuativi del provvedimento, i medici di medicina generale non indicano quasi mai, sulle ricette, l’urgenza della prestazione e alcune strutture continuano a gestire in proprio le agende degli appuntamenti. Il monitoraggio del Tdm ha riguardato 14 prestazioni comprese tra le visite specialistiche e 29 di diagnostica strumentale. Gli ambulatori che migliorano i tempi di attesa sono 56, a fronte di 193 che peggiorano e 316 che rimangono stabili con tempi biblici. La situazione più delicata è nelle province e i rappresentanti dei cittadini non hanno alcuna possibilità di incidere, in quanto le possibilità di comunicazione con le aziende e la Regione Lazio sono pressoché nulle.

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