La data di scadenza era fissata all’11 gennaio 2024 ma Mariella Enoch, presidente dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, tra la sorpresa generale ha anticipato i tempi, presentando le proprie dimissioni, che dovranno essere accettate da Papa Francesco, attualmente fuori sede per la visita apostolica in Congo e Sud Sudan. Dal comunicato ufficiale, diffuso il pomeriggio del 4 febbraio, sembrerebbe un addio sereno e meditato ma, leggendo tra le righe, traspare un senso di amarezza per l’abbandono di quell’ospedale, che  in una intervista rilasciata il 2 gennaio 2022 al “Il Sole 24 Ore” “la cardinalessa” – battuta non protocollare dello stesso Bergoglio – definisce un “grande dono di cui sono innamoratissima”. Il paragone potrà sembrare irriguardoso ma, come una grande star che lascia all’apice del suo successo per non assistere all’appannamento del suo fulgore, la volitiva presidente – arrivata in Vaticano nel 2015 per trasformare il Bambino Gesù in una “casa di vetro”, dopo gli scandali di fondi mal gestiti legati alla gestione Profiti – lascia in un momento di grande crescita della importante istituzione sanitaria. Molte e pienamente apprezzate dal Santo Padre le iniziative in corso: creazione e consolidamento di una rete pediatrica in numerosi Paesi poveri, risanamento dei bilanci dell’ospedale, che come molte strutture sanitarie pontificie, aveva visto un periodo di appannamento e ampliamento delle strutture, sempre nella massima fiducia di Bergoglio, che ha instaurato con lei un rapporto di grande stima e proficua collaborazione. Nella nota diffusa, proprio a tale ampliamento ci si riferisce e la manager di provata esperienza in campo sanitario, risanatrice di bilanci e traghettatrice verso brillanti risultati gestionali, così dichiara: “Ritenevo utile, per il bene dell’ospedale, anticipare la fine del mio mandato. Questo, per potere far sì che la grande impresa di una nuova sede del Gianicolo, uno dei sei poli di ricovero e cura del Bambino Gesù, fosse intrapresa da chi ne avrebbe avuto la responsabilità del compimento”.  Una ammissione di responsabilità tutta da interpretare, in cui dai sacri palazzi, silenti in un sabato pomeriggio senza la presenza del pontefice, si fanno strada affidabili voci, che vedrebbero una incrinatura proprio nei progetti di trasferimento dell’ospedale del Gianicolo. In pole position quale nuovo nosocomio pediatrico, la ex sede dell’ospedale Forlanini chiuso il 30 giugno 2015 dalla Regione Lazio per risanare il bilancio. Proprio dall’accordo tra la presidente Enoc e l’assessore alla Sanità e candidato alla presidenza nelle imminenti elezioni Alessio D’Amato, sembrava scaturire un patto di ferro che non ha mancato di suscitare aspre polemiche, specie tra i cittadini che aspirerebbero a una diversa destinazione degli storici padiglioni e del lussureggiante parco. Servizi sanitari di zona, servizi sociali e destinazione pubblica, scongiurando il pericolo di vedersi sottratti, quale area extraterritoriale, quei preziosi ettari lasciati irragionevolmente deperire mentre si continuano a corrispondere canoni di affitto a strutture private, per allocare servizi e ambulatori. (Nella foto: Enoc con D’Amato, Parolin, Zingaretti, Montino)

 

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