Spallanzani, apre l'”alto isolamento” per Covid-19

E’ del 26 marzo l’ordinanza del presidente della Regione Lazio, con cui si dà il via all’apertura di quella che fino a ieri era considerata una cattedrale nel deserto, all’interno di uno degli istituti più efficienti nella lotta al coronavirus Covid-19. Entro breve l’Istituto per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” attiverà dieci celle per malati ad “alta contagiosità” nell’avveniristico edificio realizzato 10 anni fa, avente le caratteristiche di laboratorio biologico al massimo livello di sicurezza (BLS4). La struttura, innovativa, realizzata per contrastare malattie aggressive quali la Sars, l’ebola e altre patologie altamente infettive è una delle poche a livello mondiale dotata di particolari strumentazioni e tecnologie per affrontare pandemie altamente diffusive. Da tempo si attendeva il collaudo per poter avviare l’attività, dopo il sopralluogo di una commissione del ministero della Salute nel 2017. A bruciare le tappe l’emergenza Covid-19; l’apertura è stata annunciata nella quotidiana conferenza stampa delle 18 dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli. La gestione della struttura, “valutato il curriculum e le competenze acquisite”, si legge nell’ordinanza, è affidata al Giuseppe Caroli, già direttore generale dell’azienda ospedaliera Sant’Andrea, in quiescenza, che fruirà del solo rimborso spese. Mercoledì scorso, un servizio sugli sprechi della sanità andato in onda nella trasmissione “Fuori dal coro” su Retequattro, aveva raccontato la vicenda dell’avveniristico laboratorio, costato 54 milioni, realizzato da dieci anni, mai entrato in funzione, la cui gestione – è scritto nella relazione stilata dopo la visita dei rappresentanti del ministero della Salute – “è ritenuta estremamente onerosa”.

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