Un ospedale dimenticato o, più correttamente, sottovalutato rispetto alle esigenze dell’ampio bacino di utenza. Si tratta del Santa Scolastica di Cassino per cui da tempo fu lanciato l’allarme di inadeguatezza delle strutture e soprattutto di organico, un grido rimasto inascoltato, tanto da dover ricorrere all’ausilio dei cosiddetti medici “a gettone” delle cooperative private. Il nosocomio fu costretto nel 2020, a interrompere gli interventi operatori per carenza di anestesisti e nel 2021 – causa reparti destinati ai malati di Covid – a sospendere i prelievi ematici. Così come emersero presto le difficoltà del day hospital di chemioterapia ridotto ai minimi termini fino all’arrivo, nel 2022, di poltrone adeguate alle lunghe sedute, sollecitate dall’allora consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli, attuale assessore all’Urbanistica del Lazio, all’epoca sui banchi dell’opposizione alla Pisana, strenuo sostenitore di interventi di potenziamento del nosocomio che a stento, la giunta guidata da Nicola Zingaretti, riuscì a realizzare. A tutt’oggi le difficoltà permangono e hanno indotto il primo cittadino di Cassino, Enzo Salera che guida una maggioranza di centrosinistra, a chiedere la convocazione della Conferenza dei sindaci del Lazio meridionale, insieme ai massimi responsabili regionali della sanità, tra cui il presidente Francesco Rocca che ha mantenuto la delega in materia e la presidente della omonima commissione Alessia Savo, insieme al commissario straordinario della Asl Sabrina Pulvirenti, di fresca nomina. Tra le criticità denunciate, un posto d’onore spetta ai continui avvicendamenti al vertice della Asl di Frosinone, il cui declino iniziò più di dieci anni fa, sotto la scure dei tagli lineari imposti dall’austerità di matrice europea, corroborata dall’azione dei governi che, a partire dal 2011, hanno definanziato severamente il comparto sanitario. Sotto la lente d’ingrandimento, da ultima, l’annunciata dotazione di personale medico, tra i 600 nuovi assunti dalla Regione Lazio, di cui soltanto 14 andranno alla Asl di Frosinone. Una ripartizione che si reputa inadeguata, considerata la atavica carenza di organico che affligge il Santa Scolastica. Un ospedale individuato come Dea (dipartimento emergenza accettazione) di primo livello con funzioni di accettazione, osservazione, degenza e rianimazione per patologie di media complessità che attualmente, secondo le voci ricorrenti, sarebbe diventato solo “struttura di transito di pazienti verso ospedali più attrezzati”. Un ruolo inaccettabile, secondo i cittadini e le istituzioni locali, che con la mobilitazione intendono evitare l’immobilismo regionale che per decenni ha lasciato deteriorare la situazione.

Commenti Facebook:

Commenti