“Riduzione Asl? Si discuta con i cittadini”

Michel-Emi-Maritato-Presidente-AssoTutela-249x300Sulla proposta regionale di ridurre a 3 le aziende romane, interviene il presidente di AssoTutela

Riduzione Asl: ennesimo progetto regionale. Anzi per essere più aderenti alla realtà, l’ennesimo annuncio è apparso sul quotidiano “La Repubblica” del 6 giugno ed è la cosiddetta “Cabina di regia” della sanità regionale, retta da Alessio D’Amato a proporre la riduzione a 3 delle aziende romane. L’unione della Roma A (centro) con la E (Prati, Boccea, Trionfale) di cui si parla da tempo dovrebbe vedere la luce per prima a gennaio 2016. Sarà poi la volta della Roma B (Tiburtino, Pietralata) con la C (Eur, Appio, Casilino) con un bacino di utenza sterminato: 1 milione e 150 mila assistiti. Una riforma che va avanti timidamente. Risalgono al 2007 i primi disegni di legge del Consiglio regionale, anno in cui fu avviato il piano di rientro. Prima proposta dai consiglieri regionali di centrosinistra che indicavano in 7, rispetto alle 12 esistenti, il numero di Asl ottimale per garantire risparmi e più oculata gestione. Dalla giunta Marrazzo a Polverini, seguono altre due indicazioni per “accorpare” le Asl. Nel 2011 il progetto di legge di Giuseppe Celli, eletto alla Pisana con la lista civica “Cittadine e cittadini” prevede una Asl a Roma, una per la provincia e 4, a saldo invariato, per i capoluoghi di regione. Ancora più drastica la proposta firmata da Claudio Bucci dell’Italia dei Valori nell’agosto 2012: accorpamento delle Asl del Lazio in un’unica azienda, l’Asur, azienda sanitaria unica regionale, sul modello della regione Marche salvaguardando i livelli occupazionali. Da tempo si discute sulla razionalizzazione dei presidi sanitari del litorale. La Asl Roma F – che insiste sul territorio di Civitavecchia – e la Roma D che da Monteverde si spinge fino a Ostia e Fiumicino, potrebbero ripensare il proprio assetto unificando presidi e funzioni. Se negli anni le opposizioni a tale riassetto, da destra e da sinistra, sono state numerose oggi la proposta non sembra rinviabile. Parte proprio dal premier Renzi la volontà di ridurre drasticamente poltrone, stipendi e centri di potere. Si dice che il ministro Lorenzin ne stia discutendo con Padoan e con il presidente della conferenza delle Regioni Chiamparino. L’annuncio ha comunque destato qualche allarme. AssoTutela, attraverso il suo presidente Michel Emi Maritato tuona: “Non si pensi, ancora una volta, di stravolgere l’organizzazione sanitaria all’oscuro dei cittadini e sulla loro pelle. Cambiamenti di così grande rilievo, come la riorganizzazione delle Asl, con ciò che significa in termini di offerta di servizi e prestazioni, non sono il gioco delle tre carte in mano ai politici, alle cabine di regia e alle oscure stanze dei bottoni. La riforma sanitaria prevede all’articolo 14 il parere delle organizzazioni civiche sulle grandi scelte. Lo rammenti il presidente Zingaretti”, conclude Maritato.

Commenti Facebook:

Commenti