Qualità e merito: quando la norma è flessibile

L’applicazione del decreto 150/2009 in materia di “Ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico, efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni” al complesso settore sanitario ha richiesto un’attenta interpretazione e significativi adattamenti. Ne sanno qualcosa al San Filippo Neri, azienda ospedaliera romana dove, attraverso la sperimentazione, si è puntato alla valorizzazione del singolo professionista e all’apporto che questo può dare al lavoro di équipe.
Grazie a una legge regionale, che ha recepito il decreto ministeriale consentendo un margine di autonomia alle istituzioni locali, alcuni articoli del dettato normativo sono stati interpretati in favore degli operatori, abbandonando rigidità e gabbie burocratiche che non avevano trovato consensi nelle parti sociali.
È nato così, nel settembre 2010, un laboratorio sperimentale cui hanno partecipato tre unità operative campione: la Gastroenterologia per l’area medica, l’Otorinolaringoiatria per la chirurgica e la Medicina trasfusionale per il settore dei servizi. Sono stati applicati principi di flessibilità e strumenti efficaci per la valutazione, che è stata identificata come “valorizzazione differenziale dell’apporto del singolo alla produttività dell’équipe”. Attraverso standard predefiniti, concordati ab origine con i soggetti coinvolti e specifiche griglie e modalità di valutazione, si è intrapreso un percorso innovativo, esportabile in realtà analoghe.
“La novità di tale percorso – commenta Marta Branca, direttore amministrativo aziendale – è nel diverso significato che assume la valutazione quale opportunità di crescita per tutti e strumento di miglioramento della qualità del lavoro”. Con tale metodo si supera la rigidità delle tre classi di merito (alta, intermedia, bassa) individuate nel decreto Brunetta che vede la valutazione e misurazione della performance con premi di produttività per un apice che percepisce il massimo e una base priva di qualsiasi riconoscimento in termini di salario accessorio. “Considerate queste premesse – obietta il direttore generale dell’Azienda Domenico Alessio – mettiamo a disposizione della Regione Lazio questa esperienza per migliorare i sistemi di governance delle risorse umane, proponendo soluzioni adatte a qualificare la sanità pubblica del nostro territorio”.

 

Commenti Facebook:

Commenti