“Il Forlanini cittadella delle Ong? Noi lo preferiamo città della salute”

Non si è fatta attendere la reazione del Comitato “Salviamo il Forlanini” alla notizia diffusa su “Il Tempo” del 16 marzo 2020

Se tutto andrà per il verso giusto, entro il 2021 si saprà se il grande complesso del Carlo Forlanini di Roma, ex sanatorio e ospedale generale fino al 2015, diventerà la “Cittadella delle Organizzazioni internazionali” e sede del Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad), che attualmente occupa un mastodontico grattacielo in via Paolo Di Dono, all’Eur. La notizia, pubblicata oggi sul quotidiano romano “Il Tempo”, ha suscitato non poche perplessità, specie tra i comitati cittadini che da anni si battono per la riapertura del complesso e il ritorno all’uso sanitario. “Non ci convince la proposta della Regione Lazio – dicono dal comitato ‘Salviamo il Forlanini’ – ci sembra un’idea velleitaria, avanzata per dilazionare i tempi, procrastinare la condizione di abbandono dell’edificio, quando nella parte monumentale ci sono reparti ancora nuovi e facilmente utilizzabili come posti letto per l’emergenza Covid-19”. La riapertura, sollecitata da 90 mila cittadini che in pochi giorni hanno sottoscritto una petizione on-line, sostenuta da Roma Capitale che ha approvato un Ordine del giorno in merito – con il solo voto contrario del Pd – è fortemente osteggiata dalla Regione Lazio che, secondo il professor Massimo Martelli, già primario dell’ospedale e tenace sostenitore della riapertura “ha scelto di suddividere i malati infettivi di coronavirus tra vari ospedali, quando sarebbe opportuno concentrarli in un’unica struttura nata per tale scopo (Il Forlanini nasce nel 1934 come sanatorio), vicina allo Spallanzani, polo centrale regionale per l’assistenza e ricerca sul Covid-19, con tutti i crismi per gestire la patologia”.

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