Fegato salvo pensando a Grey’s Anatomy

Un intervento delicatissimo, eseguito per la prima volta nel Lazio con la chirurgia robotica. Una delle operazioni più complesse, altamente demolitiva perché impone l’asportazione di oltre la metà del fegato, all’Istituto per i tumori Regina Elena di Roma si è risolta con sei piccole incisioni di meno di un centimetro. L’intervento, eseguito sei mesi fa su una giovane paziente di 22 anni, ha evitato traumi più pesanti ed è perfettamente riuscito, con l’asportazione di un nodulo di natura benigna che, secondo Gian Luca Grazi, direttore della unità di chirurgia Epatobiliopancreatica “aveva tutte le caratteristiche per degenerare”. Sorprendente la reazione della paziente italo-americana, per nulla sconvolta dalla eccezionalità dell’evento: “sono cresciuta guardando serial americani come Grey’s Anatomy – ha spiegato – e la proposta di essere operata con un robot non mi ha stupita anzi, non avrei immaginato di fare un intervento in Italia che non fosse improntato a una raffinata tecnologia”. I risultati e i dettagli dell’operazione chirurgica sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Journal of Laparoendoscopic & Advanced Surgical Techniques”. Soddisfazione è stata espressa dal direttore generale degli Istituti Regina Elena e San Gallicano Francesco Ripa di Meana: “l’epatectomia destra robotica, realizzata per la prima volta nella Regione Lazio e ancora poco eseguita – ha dichiarato – grazie all’uso del robot nella resezione del fegato dimostra che nel nostro istituto si eseguono interventi molto specifici per i tumori dell’area addominale”.  Introdotta oltre 10 anni fa, la tecnica robotica al Regina Elena è molto apprezzata da chirurghi e pazienti: ad oggi sono 2 i robot che quotidianamente entrano in funzione. Rispetto alla chirurgia laparoscopica, lo strumento  consente migliori tempi di ripresa dei pazienti, minore perdita ematica e cicatrici praticamente invisibili.  L’epatectomia destra è il principale intervento della chirurgia del fegato. La prima descrizione dell’operazione si deve al francese, Jean-Louis Lortat-Jacob e risale al 16 ottobre 1951.  


      

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