CTO1/Si cambia tra le proteste

Nasce da lontano il piano di ridimensionamento del Cto Alesini. Fu per prima  l’Agenzia di Sanità pubblica, ente di supporto tecnico dell’assessorato alla Sanità regionale, a mettere nero su bianco nel 2008 il trasferimento delle principali discipline medico chirurgiche al vicino ospedale Sant’Eugenio, concentrando nel nosocomio della Garbatella tutte le attività di specializzazione orto traumatologica.

Tale ricollocazione di funzioni,  definita nel documento sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, atta a fornire una più completa risposta al bisogno assistenziale del trauma maggiore e del neuro trauma e idonea ad assicurare un raggruppamento di servizi ortopedici con funzioni di eccellenza e di alta specialità, vede ulteriori precisazioni nel piano di riordino del 2009, dove si ipotizza per l’Alesini una riduzione da 268 a 156 posti letto.
Il colpo di grazia è stato inferto con le recenti disposizioni regionali contenute nel nuovo piano di rientro rinegoziato a ottobre con il governo.

Si prevede la riconversione di molti servizi e per il Cto ciò si è tradotto nella chiusura del pronto soccorso medico e della osservazione breve il 10 gennaio, accompagnata da proteste e manifestazioni, prima fra tutte quella organizzata dall’XI municipio la mattina della contestata chiusura.
Il ridimensionamento era previsto dal Rientro del 2007

Le reazioni di sindacati, operatori, cittadini

CGIL MEDICI
“Si sta procedendo a una “DISATTIVAZIONE SELVAGGIA” di posti letto, reparti, interi ospedali – per la CGIL medici – senza aver mai iniziato e concluso il confronto su Piano di Rientro. Al Cto viene chiuso il Pronto Soccorso da 33.000 accessi l’anno, sopra la soglia dei 25.000 (limite minimo per il mantenimento in vita del servizio n.d.r.) e vengono via via disattivati i servizi legati all’emergenza e medicina tutti  trasferiti al Campus Biomedico struttura religiosa accreditata di Trigoria, una zona fuori dalla cintura urbana e dalla grande viabilità”. L’organizzazione chiede un atto regionale che sospenda le disattivazioni e la ripresa del tavolo tecnico.

ANAAO ASSOMED
Per l’Anaao Lazio parla il segretario Donato Antonellis: «La Regione è venuta meno alle promesse che ci aveva fatto e sta lasciando senza assistenza sanitaria decine di migliaia di residenti nel Lazio. Durante i nostri incontri di novembre e dicembre – ricorda Antonellis – la presidente Polverini e i suoi tecnici avevano garantito che prima di qualunque chiusura, avrebbero discusso il piano di riordino con noi».

CITTADINANZATTIVA
TRIBUNALE DEL MALATO
«Ciò che temiamo sono gli effetti della fase di passaggio. Si riducono posti di lungodegenza e di acuti – si preoccupa Giuseppe Scaramuzza segretario del Tribunale del Malato Cittadinanzattiva – considerato poi che l’attivazione di posti letto nelle Rsa (residenze sanitarie assistenziali per lungodegenti n.d.r.) richiede meccanismi complicati e tempi dilatati, col rischio di creare lunghe attese per molti pazienti”.

ARES 118
“Questa chiusura sta creando seri problemi a noi operatori del soccorso, ci dicono dall’ARES 118. Dal San Giovanni al Sant’Eugenio passando per l’Umberto I il Pertini e Tor Vergata, se non fosse per la gravità degli eventi potremmo fare scommesse in una sorta di toto-attesa perché ormai trovare un posto letto è un terno al lotto”.

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