Una vertenza che è una storia infinita. Ė il confronto tra la direzione dell’Azienda regionale di emergenza sanitaria, più nota come Ares 118, e i lavoratori più o meno rappresentati dai sindacati di categoria, da mesi impegnati a rivendicare elementari diritti contrattuali e a denunciare condizioni di lavoro insostenibili. Primo fra tutti, un serio piano di assunzioni, che garantisca la corretta composizione degli equipaggi delle ambulanze e che risponda alle tre figure professionali a bordo,  esigenza non sempre rispettata. Non meno importante, il riconoscimento di indennità festive e notturne che ancora stentano a diventare una voce attiva in busta paga. Gli operatori, pronti a organizzare un presidio in via Portuense 240, sotto la direzione generale del 118 il prossimo 22 febbraio, denunciano inoltre da tempo la inadeguatezza della gestione della centrale operativa di Roma – il sito in cui è collocato il centralino di smistamento delle chiamate di emergenza – la cui efficienza sarebbe minata da una organizzazione non ben rodata, con negative ripercussioni sulla tempestività del servizio. Ulteriore richiesta riguarda l’adeguamento del buono pasto, fermo al valore di 4 euro e 13 fissato ben 35 anni fa, senza la minima rivalutazione rispetto al costo della vita. Richieste sacrosante, che vanno però a scontrarsi con la burocrazia regionale e, soprattutto, con gli effetti della pesante eredità del piano di rientro, un fardello che il Lazio si porta dietro da più di 15 anni e che non si riesce a cancellare, considerata la penuria di risorse delle casse di via Cristoforo Colombo. In particolare, per le assunzioni, si dovrà attendere l’autorizzazione allo sblocco dei fondi da parte della Regione, così da poter avviare le procedure di reclutamento. Con una delibera di giunta del 18 gennaio scorso sono stati stanziati 155 milioni per la sanità, in vista del Giubileo. Un investimento fortemente concentrato sulla edilizia sanitaria per la ristrutturazione dei reparti di emergenza, l’ammodernamento delle tecnologie, l’adeguamento degli impianti alle attuali normative. Sono 34 in tutto gli interventi tra Roma e provincia ma tra questi, non figura l’Ares 118. Si attende analogo impegno per l’azienda di emergenza, biglietto da visita della nostra sanità per i milioni di turisti e fedeli che arriveranno nel nostro territorio in previsione del 2025.

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