Anagni: vaccino razionato e fiale nascoste

Nell’Italia dei paradossi accade anche questo. Anagni, storico centro del Lazio in provincia di Frosinone: ci sono anziani che prenotando il 25 marzo, ottengono un appuntamento per la vaccinazione a maggio, con la motivazione che ci sarebbe carenza di vaccini. Poi si scopre che in uno stabilimento vicino stazionano 29 milioni di dosi che forse prenderanno un’altra destinazione. “Questo non è un buon segnale” attacca il sindaco Daniele Natalia, nel commentare ai microfoni dell’Ansa la spy story sanitaria relativa al grande quantitativo di antidoto al Covid della multinazionale AstraZeneca, fermo nello stabilimento Catalent della città dei Papi. “Non ci stiamo a far passare l’immagine di una città che nasconde le dosi – commenta ancora Natalia – siamo sempre stati produttori di vaccini, un’eccellenza del polo farmaceutico e nel prossimo biennio abbiamo in programma l’incremento delle linee di produzione”. Parole che sono una boccata d’ossigeno ma non aiutano però a chiarire il fitto mistero dell’inaspettato ritrovamento. La storia è nota: il presidente del Consiglio Mario Draghi, sabato scorso riceve una telefonata dalla presidente della Ue Ursula von der Leyen che lo avrebbe avvisato dell’ingente quantitativo del farmaco AstraZeneca giacente nei magazzini della farmaceutica anagnina. Draghi avverte subito il ministro della Salute Roberto Speranza, che invia immediatamente i carabinieri del Nas, che con una ispezione verificano la corrispondenza di quanto comunicato. Le dosi di vaccino sono in attesa di essere inserite nelle fiale, compito che spetta alla Catalent, per poi essere spedite verso una destinazione su cui sussistono molti dubbi. Ufficialmente, dei 29 milioni 16 sarebbero diretti ai Paesi dell’Unione europea e 13 a Paesi in via di sviluppo. Altre fonti, non si sa quanto accreditate sostengono, al contrario, che l’antidoto avrebbe ben presto preso la strada del Regno Unito, ormai fuori dall’Unione, che avrebbe sottoscritto un contratto con la multinazionale molto più conveniente per la stessa. Una vera e propria dichiarazione di guerra a Bruxelles che minaccia azioni legali. Il tutto rientra nella guerra ormai aperta tra i protagonisti della Brexit e il vecchio consesso di Nazioni che hanno pensato bene di mollare. Le spese alla fine, le fa sempre l’elemento più debole della filiera: il cittadino. Come quegli anziani di Anagni che, paradossalmente, non possono essere immunizzati per carenza di farmaco quando ne avrebbero milioni di dosi a due passi.    

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