Sanitari contagiati: nessun responsabile

“Nessuna colpa se i dispositivi di protezione non sono arrivati, se i tamponi non sono stati fatti, se respiratori e caschi non sono sufficienti, se la gravità dell’epidemia è stata sottostimata, se l’organizzazione è stata incapace, incerta, lenta e lacunosa. Nessuno potrà indagare: noi medici siamo definiti eroi, che devono lavorare con abnegazione e spirito di servizio, e tanto basta”. Questo l’atto di accusa con cui l’Ordine dei Medici di Roma stigmatizza gli emendamenti presentati da senatori di maggioranza e opposizione, al momento della conversione del decreto “Cura Italia”. Modifiche al testo iniziale che prevedono una sostanziale immunità per le strutture sanitarie, in caso di danni agli operatori. “Questi emendamenti sono vergognosi – è scritto in una nota dell’Ordine – offendono medici e operatori sanitari e vanno ritirati subito”. Un attacco non ingiustificato, considerati i numeri dei sanitari contagiati da Covid19. Al momento sono 80 i medici e odontoiatri morti in Italia. Nel Lazio 1 deceduto con almeno 9 ricoverati di cui 2 in condizioni serie. Nella Regione per ora sono 3.600 le persone contagiate. Tra questi dei medici positivi al Covid-19 censiti a Roma sono 119 mentre nel Lazio sono 135. Ma si stima che circa il 10% degli operatori sia stato aggredito dal virus. Gli emendamenti proposti in sede di conversione del decreto legge 18 del 17 marzo, il ‘Cura Italia’, consentirebbero alle strutture sanitarie “in caso di danni agli operatori”, di non incorrere in alcuna responsabilità, aderendo al concetto che le condotte dei datori di lavoro non determinano responsabilità penale, civile ed erariale. “La nostra categoria sta combattendo e lavorando a mani nude ed è inaccettabile che in uno stato di diritto si avanzino tali proposte”, continua il comunicato, con la conseguente richiesta di ritiro degli emendamenti, d’intesa con le maggiori organizzazioni sindacali dei medici.

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