Ucri, tanto rumore per nulla
L’inaugurazione nel 2011, presenti Napolitano e Polverini. Lo smantellamento nel 2015
Una imponente inaugurazione, nel febbraio 2011, per cui fu scomodato addirittura l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un reparto con tutti i crismi, tutti i comfort alberghieri, indispensabili per un percorso riabilitativo per cui l’ospedale Forlanini si prestava alla perfezione. L’Ucri ha mostrato fin dall’esordio piccole crepe, che ora sono diventate una voragine. La precarietà delle scelte strutturali non è stata mai sanata: medici con contratti a scadenza semestrale, logopedisti con borse di studio, infermieri sotto organico e con rapporti precari di collaborazione; tutti contratti finanziati con fondi non regionali, a fronte di un finanziamento annuale di un milione seicentomila euro erogato dalla Pisana per l’anno 2011 e per gli anni successivi con risorse non dedicate ma estrapolate da capitoli diversi di bilancio di cui non è garantita la continuità. A sostegno dei pazienti, si è costituito il comitato “Ridivita”, cui hanno aderito le famiglie degli assistiti e i loro amministratori di sostegno. Progettato per ospitare, a regime, 30 posti letto, il centro ne ha attivati 10 tra mille difficoltà e l’impossibilità, secondo quanto riferito dalle famiglie dei ricoverati, di garantire terapie essenziali per il tipo di patologie considerate. Il trasferimento al San Camillo, nosocomio privo delle caratteristiche idonee a un reparto riabilitativo, non ha fatto che peggiorare la situazione.