Ė tutto pronto e, salvo imprevisti, il 27 maggio si dovrebbe celebrare, con le cerimonie di rito, la riapertura del San Giovanni Evangelista, l’ospedale di Tivoli chiuso in seguito al disastroso incendio che nella notte dell’Immacolata del 2023 provocò la morte di quattro anziani. Una vicenda travagliata quella dell’ospedale tiburtino, in cui non sono mancati colpi di scena e piccole astuzie da parte di vari attori politici e sociali, attenti più a ricavare consensi personali dall’accaduto che a sostenere il veloce ripristino dei servizi. Intenso è stato il lavoro, dopo il dissequestro dei locali da parte della Procura, un costante contatto tra magistrati, tecnici e vigili del fuoco, con la collaborazione del direttore della Salute e integrazione sociosanitaria regionale Andrea Urbani e di Filippo Coiro, direttore generale facente funzione alla Asl Roma 5, prima dell’arrivo del commissario straordinario Silvia Cavalli. Una incombenza resa necessaria dai danni provocati dalle fiamme, a cui si lega comunque un piano per garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori, inserito nella programmazione sanitaria della Regione Lazio, con la dotazione di 1 miliardo e 171 milioni di euro per l’edilizia sanitaria, di cui 700 milioni destinati ai progetti antincendio e antisismica, la cui disponibilità è stata resa effettiva dopo lunghe attese dovute ai tempi burocratici. A verificare che tutto fili alla perfezione è stato il sopralluogo effettuato giovedì 23 maggio, in presenza di tecnici, funzionari e amministratori della Regione Lazio, che dopo le opportune verifiche hanno dato il nulla osta alla riapertura che, in realtà, non consentirà la completa fruizione della struttura, mancando ancora all’appello il pronto soccorso, che non sarà ripristinato prima del 30 settembre. A supporto della rete di emergenza saranno comunque rimessi in funzione i reparti di chirurgia, il blocco operatorio, la rianimazione, il punto nascita, la ginecologia, l’emodinamica e il laboratorio di analisi. Attivo, inoltre, il punto di primo intervento, situato nella struttura mobile realizzata di fronte all’ala B dell’ospedale, una soluzione per eventi traumatici o urgenze minori, non idonea certamente al soccorso urgente per patologie complesse.

 

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