Sanità pubblica al collasso, servizi decimati, di difficile accesso, risposte che non soddisfano i bisogni dei cittadini. Così, con il massimo spirito di solidarietà  e la più totale consapevolezza, i residenti di Centocelle, Quarticciolo, Villa Gordiani e un po’ di tutti i quartieri compresi nel vivace triangolo di territorio tra la Casilina e la Prenestina, si sono uniti in un progetto ambizioso e complesso: dare vita a un ambulatorio popolare. “Abbiamo piantato un seme mesi fa che è ancora un germoglio da curare e far crescere” scrivono sui social, a testimonianza della speranza che ripongono in questa miracolosa scommessa, nata dalla sfiducia nel sistema sanitario pubblico e partita durante la pandemia, grazie all’aiuto di medici e infermieri volontari che hanno promosso insieme ai cittadini l’attività dei tamponi sospesi, gratuiti o a sottoscrizione libera per chi non poteva permettersi di pagare il test, spesso da ripetere a giorni alterni per poter accedere al lavoro, diritto che per un insopportabile lasso di tempo nel nostro Paese per alcuni è stato sospeso. Le caratteristiche dell’ambulatorio popolare di Roma Est sembrano ricondurre a una lontana riforma, quella della sanità che con la legge 833 del 1978 sanciva l’universalità, l’equità e la gratuità delle prestazioni. Parole guida dell’offerta sanitaria sono infatti l’accessibilità per tutti senza distinzione, la non onerosità delle prestazioni e il radicamento sul territorio. “Una sanità davvero a misura delle esigenze di ciascuno e nell’interesse della comunità – scrivono i comitati promotori sui social – contrapposta alla ormai predominante cultura medica privatizzata e mercificata, che alimenta una generale iper-medicalizzazione della società, oggi più evidente che mai” (e il Covid insegna, ndr). Al primo posto il benessere psico-fisico e sociale, in territori ad alta densità abitativa in cui spesso sono presenti criticità sociali. Ciò non ha impedito di attivare un utilissimo sportello di orientamento sociosanitario, attivo tutti i giovedì dalle 19 alle 20, grazie al quale è possibile prenotare visite medico specialistiche, orientare nell’accesso ai servizi sanitari, istituire pratiche per ottenere la tessera Stp (straniero temporaneamente presente) o Eni, per garantire l’accesso immediato e gratuito alle cure dei migranti e avviare tutte le pratiche attinenti alle prestazioni. Funziona inoltre uno sportello di ascolto psicologico, previo appuntamento, perché gli strascichi che la pandemia si porta dietro hanno avuto nefaste ripercussioni sulla salute emotiva e le risposte istituzionali sono ancora insufficienti. Originali le forme proposte per finanziare l’iniziativa. Nella raccolta fondi tra i cittadini, le associazioni Quarticciolo Ribelle, Gruppo appoggio mutuo e Asd Borgata Gordiani, hanno messo in palio, per chi ha sostenuto la campagna, i disegni di Zerocalcare, fumettista da sempre vicino alle battaglie sociali.

A sostegno del progetto: https://www.produzionidalbasso.com/project/l-ambulatorio-che-vorrei-a-r…

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