Denatalità, Vaccari, presidente della Federazione nazionale degli ordini della professione di Ostetrica (Fnopo): “Ostetriche erroneamente escluse dai Tavoli ministeriali per la promozione della fertilità e dei corretti stili di vita. Di fronte ai dati che mostrano il calo di natalità, non si può restare a guardare, è necessario agire”. Riflessioni sulle parole del ministro della Salute Orazio Schillaci.  

Le Ostetrica/o, come professioniste sanitarie esperte della salute della donna, sono tra i principali fulcri su cui fare leva per combattere la denatalità e promuovere la tutela della fertilità. Il tasso di fertilità in Italia è tra i più bassi d’Europa, numeri peggiori si registrano solo in Spagna e a Malta. Nel 2022, per la prima volta dall’Unità d’Italia, nel nostro Paese si è scesi a meno di 400mila nati. Ora, di fronte ai dati del primo semestre 2023 che mostrano un ulteriore calo di 3.500 nascite non si può restare a guardare. È necessario agire. Le Ostetriche, come professioniste sanitarie esperte della salute della donna, sono tra i principali fulcri su cui fare leva per combattere la denatalità. Sono delle vere e proprie sentinelle presenti in ogni maglia della rete di assistenza territoriale, dal domicilio, ai consultori di quartiere, fino agli ambulatori e agli ospedali. Così come dimostrato dallo ‘Studio Nazionale Fertilità’, finanziato dal Ministero della Salute, la tutela e la promozione della salute sessuale e riproduttiva rappresentano importanti aree d’intervento in tutte le fasce d’età per garantire il pieno sviluppo degli individui. E questo è possibile solo grazie ad un approccio multidisciplinare, in cui appare centrale il ruolo dell’ostetrica, che aumenti la consapevolezza in tutti i cittadini dell’importanza della tutela della propria salute sessuale e riproduttiva. Il 13 gennaio 2023 è stato istituito, presso l’Ufficio di Gabinetto del Ministero, il Tavolo tecnico di approfondimento delle tematiche relative alla procreazione medicalmente assistita. Nonostante la comprovata competenza delle Ostetriche in questo ambito, la Fnopo non è stata mai convocata. Lo stesso è accaduto anche per il Tavolo tecnico sugli stili di vita, insediatosi lo scorso luglio: le Ostetriche non sono mai state invitate a partecipare. Eppure, le Ostetriche, in virtù della loro formazione professionale, potrebbero offrire un valido contributo, sia teorico che pratico, in qualsiasi Piano di promozione della natalità. Un Piano d’azione che intenda preservare la fertilità e combattere la denatalità deve necessariamente valutare non solo gli aspetti sanitari, ma anche quelli socioeconomici. Non è ammissibile che, mentre l’occupazione generale in Italia cresce, il divario di genere resta invariato. Solo per citare alcuni dati dall’ultimo bollettino Istat pubblicato il 31 gennaio, su 334mila occupati in più registrati in un anno, tra dicembre 2021 e lo stesso mese del 2022, oltre l’88% sono uomini. Sostenere le donne nel lavoro, significa sostenere le famiglie, di cui le donne sono indiscutibile fulcro e, di riflesso, le nascite. E l’Ostetrica/o è senza alcun dubbio il professionista sanitario legittimato e competente nel tutelare e promuovere la salute della donna, in ogni fase della sua vita, garantendo migliori esiti di salute riproduttiva e prevenzione delle cause e di infertilità. Si constata, con rammarico, la persistente visione parziale del ruolo e valorizzazione della nostra professione, in contrasto con le direttive e politiche sanitarie europee, soprattutto per il rischio di sviluppo di inadeguate politiche sociosanitarie per il raggiungimento di obiettivi di salute della donna e per migliorare i tassi di fertilità e natalità.

 

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