Operazione sicurezza Forlanini. Assotutela: “Garantire il diritto alla salute”

forlaniniĖ partita venerdì 17 aprile l’operazione di messa in sicurezza dell’ospedale Forlanini, dismesso dalla Regione Lazio, con il trasferimento di reparti e servizi nel vicino San Camillo. L’intervento regionale, in collaborazione con la questura di Roma, arriva al culmine di una incisiva campagna giornalistica che ha messo in luce lo stato di abbandono e di pericolo in cui versa l’imponente struttura di Monteverde. Con ampi spazi abbandonati divenuti rifugio di sbandati, ormai pericolante, stracolmo di rifiuti negli angoli nascosti, l’ex sanatorio obbligato a chiudere per una decisione del 2008 della giunta Marrazzo – nonostante la raccolta di 50 mila firme che ne chiedono la riconversione a servizi sociosanitari – sarà “bonificato” e messo in sicurezza grazie a un servizio di vigilanza che comporterà una elevata spesa per i contribuenti. Attualmente, all’interno dell’edificio sono ancora la chirurgia toracica, la terapia intensiva, l’otorino, il reparto dei pazienti in coma vegetativo (Ucri) inaugurato nel 2011 con un investimento di 1 milione di euro, la radiologia, la medicina nucleare, cinque corsi di laurea delle professioni sanitarie, l’ambulatorio per la terapia del dolore, la dermatologia, la medicina del lavoro e un pregevole museo anatomico con più di 2000 reperti. In altre palazzine, appendici dell’edificio centrale, ci sono tutti gli uffici amministrativi, l’ufficio tecnico e alcuni servizi dell’Ares 118 azienda dell’emergenza sanitaria. Per spostare tutto al San Camillo, sarebbero necessari circa 70 milioni, come richiesto dal direttore generale Antonio D’Urso alla regione Lazio. La messa in sicurezza, pur rassicurando la collettività, ha creato allarme tra migliaia di cittadini che si chiedono quale sarà il futuro del Forlanini. Durante il sopralluogo del 17, i vertici aziendali e regionali hanno verificato, reparto per reparto, le ripercussioni che ciò produrrebbe in relazione all’offerta di prestazioni. Obiettivo: non ridurre i livelli di assistenza e mantenere i medesimi livelli di qualità che l’ospedale a pieno regime garantiva al quartiere e a tutta la città. A tale proposito, il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato ha dichiarato: “Ci è giunta la notizia, che starebbe per interrompere le proprie prestazioni l’efficiente servizio di medicina nucleare, situato proprio al Forlanini. Ci auguriamo che la voce non sia confermata perché ciò sarebbe un vero attentato alla salute e alla qualità delle cure prestate a pazienti con patologie oncologiche nella maggior parte dei casi. Ci appelliamo al direttore D’Urso perché riveda tale posizione e ascolti la voce dei diretti interessati, ovvero gli assistiti”.

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