Il Lazio custode della grande tradizione oculistica. E la qualità della oftalmologia percorre le strade dell’area metropolitana di Roma, con l’ospedale di Marino, ai Castelli Romani, che diviene protagonista di un piccolo miracolo, attinto dall’intuito e dalla competenza di Benedetto Strampelli prima e Giancarlo Falcinelli poi. A raccogliere il testimone dei due grandi oculisti – inventore del trattamento della cecità con cornea artificiale nel  lontano 1963 il primo, suo allievo il secondo, che perfezionò la tecnica – è Franco Arrigoni, responsabile della Unità di Chirurgia vitreo retinica della Asl Roma 6 (Castelli Romani e litorale), che con la sua équipe, in sinergia con un competente gruppo di infermieri specializzati, ha fatto riacquistare la vista a un uomo di 37anni, proveniente dal Piemonte, che da cinque lottava contro il Leucoma vascolarizzato, le cui conseguenze neanche i chirurghi oculisti degli Usa erano riusciti superare, applicando la cosiddetta Cheratoprotesi di Boston, rivelatasi poi non risolutiva. Una pagina importante per la chirurgia oftalmica e una speranza per tutti coloro che si trovano in una condizione di difficoltà, con questa patologia della cornea che comporta la perdita di trasparenza della stessa, con la visione che risulta impedita a causa della opacità biancastra che presenta l’occhio colpito. La tecnica operatoria consiste nell’allestimento di un lenticolo ottico – piccolo dischetto prelevato dal tessuto corneale – unito a un bottone osseo prelevato dalla tibia del paziente che insieme alla mucosa della bocca garantirà l’attecchimento della cornea artificiale, ripristinando finalmente la trasparenza dell’occhio. La Cheratoprotesi rappresenta l’unica opzione per ripristinare la vista in pazienti con gravi danni chimici e fisici, per i quali il trapianto di cornea da donatore non è possibile. Questo è solo il primo passo di un percorso che restituirà la vista a questo giovane uomo, che nei prossimi tre mesi sarà sottoposto ad altri due interventi di completamento per assicurare il pieno recupero. Un esempio delle possibilità offerte dalla ricerca, dalla competenza dei professionisti e, ci permettiamo di dire, dalla importanza degli ospedali locali, in passato erroneamente visti come presidi di serie B, quando non soppressi – nel Lazio ben 16 strutture hanno subito tale sorte tra il 2011 e il 2021 – e che invece costituiscono un patrimonio per i cittadini, spesso misconosciuto e sottovalutato, rivelando al contrario, preziose professionalità.

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