Diritto alla salute, un valore così avvertito, da unire cittadini e istituzioni, professionisti ed esperti, politici e amministratori. Ė quanto accade nel “Municipio Roma VI delle Torri”, in cui da tempo i 5.000 residenti di Colle del Sole un quartiere all’estremità del quadrante orientale della città, esterno al raccordo anulare, lottano per riaprire lo studio del medico di famiglia chiuso dal luglio dello scorso anno per trasferimento del professionista. Proprio l’appello alla tutela del diritto alla salute, è il paragrafo iniziale dell’Ordine del giorno “Mancanza medici di base sul territorio del Municipio Roma VI delle Torri”, predisposto dalla presidente della commissione Bilancio, Servizi sociali e Sanità Barbara Del Bello, che il parlamentino locale – riunito l’11 aprile in seduta esterna presso la tensostruttura allestita dalla parrocchia Santa Maria dell’Oriente – ha votato all’unanimità impegnando il presidente Nicola Franco a farsi promotore, verso le istituzioni competenti, di iniziative tese a risolvere l’annoso problema. Una situazione determinata da un concorso di eventi, primo fra tutti la mancanza di programmazione, come ha sottolineato Stefano De Lillo, già senatore e vicepresidente dell’Ordine dei medici di Roma (Omceo), intervenuto alla seduta che ha visto schierati, oltre al Consiglio municipale, il consigliere della Regione Lazio Luciano Crea, i dirigenti medici del distretto 6 della Asl Roma 2 Giuseppe Nocita e Giancarlo Tesone, la vicepresidente di Omceo Cristina Patrizi, il vicepresidente dell’Ordine dei Farmacisti di Roma Giuseppe Guaglianone, con staff della farmacia di zona al seguito, professionisti fortemente impegnati a fianco dei cittadini, specie nella raccolta di firme a sostegno della battaglia. Un parterre di prim’ordine e un dialogo ininterrotto tra istituzioni e cittadini, a partire dal 13 febbraio, quando la presidente Del Bello convocò il presidente del Comitato di quartiere Alessandro Alessandrini in audizione, per discutere le problematiche relative alla carenza di camici bianchi sul territorio. Una lacuna confermata dai numeri: dai 4.354 medici del Lazio di tre anni fa oggi siamo a 4.056, nella capitale sono 500 in meno e l’ultimo bando vede ancora 45 zone scoperte ma le 200 domande arrivate lasciano ben sperare. Da parte della Asl, si assicura che il dottore di famiglia dovrebbe arrivare – forse come secondo studio con meno ore a disposizione dei pazienti – in attesa che venga ridefinito tutto il quadro assistenziale del territorio, in linea con i decreti ministeriali del 2022 che ridefiniscono la medicina distrettuale sostenuta dalle risorse del Pnrr e improntata alla creazione di reti e a un forte sostegno all’assistenza domiciliare. Non c’è nessuna certezza nei tempi, soprattutto perché dovrà essere individuato il locale per lo studio da assegnare al sanitario e, non da ultimo, perché si attendono le determinazioni derivanti dal tavolo di negoziazione regionale – istituito con determinazione G03570 del 27 marzo 2024 della direzione regionale integrazione sociosanitaria – per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale, in base all’Accordo integrativo regionale previsto dal contratto nazionale. Soddisfazione, per il riuscito evento, è stata espressa dal battagliero presidente del Cdq Alessandrini. “Nel nostro quartiere c’è poco di tutto –  commenta – ma non manca lo spirito di comunità” e non si può non concordare, considerata la partecipazione dei cittadini e il proficuo dialogo avviato tra istituzioni.

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