Ė una catena di montaggio che va avanti da 25 anni e non si è mai interrotta. Beneficiari, i neonati fragili, prematuri o le cui mamme non possono allattare. Si tratta della Banca del latte umano donato, nata dalla collaborazione tra la centrale del latte di Roma e l’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Un meccanismo ben rodato, che nel 2019 grazie alla donazione di una automobile da parte della stessa centrale, ha ampliato il suo raggio di azione, consentendo il ritiro a domicilio del prodotto tra le 100 madri donatrici che soddisfano le esigenze di circa 200 bimbi venuti al mondo. Sono più di mille i litri di latte distribuiti ogni anno e l’iniziativa, si inserisce in una serie di campagne di solidarietà promosse per la raccolta fondi: Un euro per un Bambino, Mettiamo su Casa, Futuriamo. In ospedale c’è un’attrezzata e frequentata stanza della donazione, in cui le moderne balie – dopo essere state sottoposte a tutti i controlli sanitari di rito – compiono il piccolo miracolo; di solito si tratta di uno o due litri di latte da conservare dopo la pastorizzazione. Il biberon sarà poi distribuito ai piccoli ricoverati che ne avessero bisogno o consegnato in altri nosocomi della capitale che ne facciano richiesta. In Italia sono 41 le Banche del latte umano donato, un numero elevato rispetto agli altri paesi europei. La Lombardia si aggiudica il primato tra regioni, con 7 strutture a disposizione, seguita dalla Toscana (6) e dal Veneto (5). Emilia-Romagna e Sicilia ne hanno entrambe 4, il Piemonte 3, Calabria e Friuli 2, tutte le altre una mentre Molise e Basilicata ne sono prive. Immancabile l’attenzione delle istituzioni nei confronti di questa pratica, condotta su base volontaria che però richiede controlli e attenzioni particolari, trattandosi della salute dei neonati. Per prima, la Conferenza Stato-Regioni il 5 dicembre 2013 ha siglato l’accordo “Linee di indirizzo nazionale per l’organizzazione e la gestione delle banche del latte umano donato nell’ambito della protezione, promozione e sostegno dell’allattamento al seno”. In seguito, è nato, dopo una prima esperienza, il “Gruppo per il monitoraggio dell’appropriatezza operativa e gestionale delle banche del latte umano donato”, una sorta di autorità di controllo sulla corretta organizzazione di tali strutture, atto a verificare la sussistenza di requisiti, le modalità organizzative e a orientare le regioni per l’ampliamento della rete di donatrici.

 

Commenti Facebook:

Commenti