I bambini di Gaza e il cuore dell’Italia
Sono ben 300 i feriti della Striscia curati in Italia e accolti nell’ultimo anno, 133 i minori
Non solo Veneto. Un po’ tutte le Regioni italiane si stanno profondendo in uno sforzo totale, per accogliere e prestare assistenza ai bambini di Gaza, vittime dell’immane conflitto che sembra non trovare una soluzione. Dopo i quattro piccoli provenienti dalla Striscia e ricoverati negli ospedali universitari di Padova e Verona, è stata la volta di Adam, l’undicenne sopravvissuto al bombardamento che il 23 maggio ha sterminato la sua famiglia a Khan Younis, insieme ad altri sedici piccoli pazienti bisognosi di cure specialistiche. Tutti atterrati poco dopo le 23 dell’11 giugno e mentre Adam è ricoverato all’ospedale Niguarda di Milano, altri bambini sono arrivati al Policlinico Umberto I di Roma ricevendo, il giorno dopo, l’inaspettata visita del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, che ha manifestato sui social la sua gratitudine agli operatori sanitari dell’ospedale universitario “che con umanità e dedizione si stanno prendendo cura di una giovane vita”. Si tratta di una bimba di nove anni, accompagnata dalla zia e dalla sorellina. “Ho voluto salutarle e augurare loro di trovare, nella nostra regione, quella pace e quella serenità che non hanno mai conosciuto”, scrive sempre Rocca, già presidente della Croce Rossa internazionale e profondo conoscitore dei teatri di guerra. Sul tema, interviene un altro esperto di conflitti e criticità internazionali, il medico fisiatra Foad Aodi, presidente dei medici stranieri in Italia e giornalista direttore dell’Agenzia Stampa senza confini. “Accogliere Adam e gli altri bambini palestinesi è un dovere morale e umano – ha scritto Aodi in un comunicato – l’Italia sta dando un segnale forte al mondo: sta scegliendo la vita, la cura e la dignità. Ringraziamo i ministri Tajani e Crosetto per l’impegno concreto e le Forze Armate per il supporto logistico”. Altre città coinvolte, oltre Milano e Roma nell’assistenza ai feriti sono Genova, Firenze, Bologna. In tutto sono oltre 300 le persone ferite partite dal Medioriente verso gli ospedali del nostro Paese nell’ultimo anno. Con quelli arrivati con i tre voli da Gaza, i minori in cura in Italia diventano a questo punto ben 133, con un Servizio sanitario pubblico forse troppo e ingiustamente vituperato, rispetto all’accoglienza e alle cure che rivolge a tutti, esprimendo alla massima potenza il suo carattere universalistico. Secondo Aodi “l’Italia può e deve essere guida in Europa su questo fronte. Adam è il simbolo non solo della tragedia ma della possibilità di rinascita. La sanità deve diventare un ponte di pace, Il tempo dell’indifferenza è finito”. Parole che, ci auguriamo, producano presto i positivi effetti. (Nella foto, da Facebook, il presidente Rocca all’Umberto I)