Ei fu. Alle 15 e 53 del 5 maggio 2023 Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, ha annunciato al mondo la fine della pandemia. Non si tratta di un “mortal sospiro” del virus, che in quel 30 gennaio 2020 inondò di terrore una “terra attonita” e che diventa endemico. Di sicuro però, l’emergenza pandemica non è più tra noi da tempo e l’Oms ha rimosso l’allarme internazionale dopo la riunione del comitato di emergenza, che si è svolta un giorno prima della auspicata notizia, previa analisi dell’attuale situazione epidemiologica. “È con grande speranza che dichiaro chiusa l’emergenza sanitaria globale del Covid 19” ha commentato il biologo etiope al vertice dell’organizzazione. All’inizio della pandemia, fuori dalla Cina c’erano circa cento casi e non vi erano morti dichiarati. “In tre anni da qual momento il mondo si è capovolto: circa 7 milioni di morti sono stati riportati dall’Oms – continua il direttore – ma noi sappiamo che la stima è di molte volte maggiore, pari almeno a 20 milioni di morti”. E all’anelito di speranza, aggiunge la non auspicata previsione di future pandemie per cui “Ora abbiamo strumenti e tecnologie per prepararci meglio e riconoscerle prima ma globalmente, una mancanza di coordinamento potrebbe inficiare tali strumenti. Sono state perse vite che non dovevano essere perse, promettiamo ai nostri figli e nipoti che non faremo mai più gli stessi errori”, è la promessa finale di Ghebreyesus. Bilancio finale dei danni provocati dal morbo: almeno 765 milioni di persone infettate da Sars-Cov2. Nell’ultima settimana di aprile, l’Oms ha accertato 630 mila casi e 3.500 morti nel mondo, mentre nello scorso gennaio i positivi erano oltre un milione 300 mila e i morti 14 mila, in prevalenza per effetto della nuova ondata di casi in Cina.

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