Un congresso importante, per una professione di primo piano nel campo della assistenza sociosanitaria. l’Educatore professionale, figura  istituita in Italia alla fine degli anni Novanta dal decreto del ministero della Sanità 520 del 1998, che ne individua ruoli e compiti principali, è la figura afferente all’aspetto sociale e sanitario che cura il positivo inserimento o reinserimento psicosociale delle persone in difficoltà. Minori, famiglie problematiche, situazioni di tossicodipendenza, alcolismo, detenzione, disabilità, salute mentale, anziani fragili e tanto altro, sono il contesto in cui si trova a operare l’educatore. Il primo Congresso della professione “L’Educatore professionale: ieri, oggi, domani di una professione di aiuto” – che si è svolto il 12 e 13 aprile all’Istituto Seraphicum di Roma – ha avviato un percorso volto a fornire risposte ai bisogni sociosanitari della popolazione. L’evento si colloca in un momento importante per gli educatori: con il via libera del Senato dell’11 aprile, il Parlamento ha ufficialmente riconosciuto le categorie professionali dei pedagogisti e degli educatori attraverso la creazione di albi dedicati. Una decisione importante che regolamenta le professioni educative delineandone i ruoli e i requisiti a tutela dei singoli professionisti e di quanti a loro si rivolgono. In particolare, si è evidenziata la inscindibile relazione che c’è tra la relazione educativa e l’azione riabilitativa. In apertura di congresso è intervenuta Teresa Calandra, presidente della Federazione degli Ordini delle professioni sanitarie tecniche, riabilitative e della prevenzione, che ha evidenziato come “il congresso nazionale sia un importante momento per riflettere e discutere su una professione di cui il Paese ha tanto bisogno per la sua valenza e competenza sociosanitaria”. Al centro della prima tavola rotonda, le funzioni dell’Educatore professionale, come elemento imprescindibile nelle politiche sulla salute e nella programmazione dei servizi sanitari. Proficuo il confronto con  i delegati del ministero della Salute, del Lavoro e politiche sociali e i rappresentanti del dicastero dell’Università e ricerca. Molto seguita la lectio magistralis sull’integrazione sociosanitaria curata da Franco Pesaresi, uno dei massimi esperti sull’argomento, seguita dal confronto tra educatori professionali, rappresentanze sindacali e dei datori di lavoro per affrontare i temi di tutela e sviluppo della professione. Presenti numerose associazioni in rappresentanza delle persone assistite: dai disabili ai senza fissa dimora, passando per la tutela della salute mentale e il Centro italiano di solidarietà (Ceis). Sulla creazione degli albi, si è espressa la deputata Annarita Patriarca, componente della commissione Affari sociali e membro dell’ufficio di presidenza di Montecitorio, sostenendo che “facilita il riconoscimento ufficiale dei professionisti, con disposizioni che permettono la doppia iscrizione in entrambi i registri – ha spiegato l’esponente di Forza Italia – elevando e disciplinando gli standard professionali attraverso i requisiti di formazione e istruzione, garantendo la qualità dei servizi educativi e sociali”. Un impulso per le persone, le famiglie e le comunità, per contribuire alla creazione di un sistema di di welfare più efficace ed efficiente.

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