Un diritto a rischio, quello della salute, secondo la Cgil di Roma e del Lazio, un affievolimento dell’assistenza equa che spetterebbe “indipendentemente dal reddito e dal luogo in cui si vive”. “L’accesso ai servizi varia da territorio a territorio – scrivono i sindacalisti in una nota diffusa giorni fa – secondo la disponibilità economica dei cittadini, creando forti disuguaglianze che ostacolano il pieno accesso alle cure”. Da qui scaturisce la richiesta a tutte le forze politiche che si candidano alle elezioni regionali, di impegnarsi per istituire, nella prossima legislatura alla Pisana, una commissione consiliare che mandi in porto in tempi brevi, il Piano sanitario regionale, un documento di programmazione che specifichi, punto per punto, tutte le modalità di erogazione dell’assistenza. “Tenuto conto della recente uscita dal commissariamento della sanità laziale”, rammentano gli esponenti sindacali (sebbene Asl e ospedali abbiano un deficit pauroso, ndr), “ci sembra doverosa da parte delle forze politiche che andranno a comporre il nuovo Consiglio regionale, l’assunzione di responsabilità di un atto programmatico fondamentale relativo al Servizio sanitario regionale, di cui da troppi anni il nostro territorio è privo. “Con questo obiettivo, e per onorare l’impegno assunto nel suo VII Congresso, la Cgil di Roma e del Lazio – annunciano i sindacalisti – promuoverà, nel corso del 2023 gli Stati generali della salute della comunità regionale”. Negli intenti dell’organizzazione, la necessità di suscitare un dibattito pubblico, sulla base “delle proposte che la Cgil ha maturato ed è in grado di avanzare alle forze politiche e alle istituzioni sanitarie”. Nell’elenco delle priorità un grande piano di assunzioni e stabilizzazioni – almeno 10mila unità – per compensare il mancato turn-over di questi anni e la conseguente riduzione del personale di circa 7mila operatori. Poi un investimento sul pronto soccorso per scongiurare sovraffollamenti e lunghe attese, intervenendo con azioni mirate: l’aumento dei posti letto nei reparti, l’incremento del personale sanitario di emergenza-urgenza e la dimissione dei ricoverati anche di sabato e di domenica. Nella lista anche il completamento dei percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali in tutte le Asl, prendendo a carico la popolazione interessata. “Le risorse del Pnrr devono poter ribadire la centralità del servizio pubblico nella cura della persona – conclude la Cgil – ci aspettiamo scelte coraggiose da parte delle forze politiche che mirino a eliminare le diseguaglianze crescenti nell’accesso alle cure e diano soluzione ai temi che il sindacato rileva da anni”. La Cgil Roma e Lazio auspica infine un vero cambiamento perché “se la salute è un diritto che va garantito a tutti anche la sanità deve essere pubblica e per tutti”.

 

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