Assotutela: Regione Lazio e liste di attesa, quando il “recall” diventa notizia

maritato“Dopo le finte case della salute, a tutt’oggi cattedrali nel deserto, i finti nuovi ambulatori aperti nel week end, fatti passare da ambigui comunicati stampa come strutture aperte ex novo, le finte inaugurazioni di reparti negli ospedali che stentano a entrare in funzione, è la volta dei finti tagli alle liste di attesa, grazie a miracolose chiamate agli utenti che costano ai cittadini 7 milioni”. Lo sostiene il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che chiarisce: “La pratica del recall è vecchia come il cucco ma Zingaretti la fa passare per nuova prendendosi il merito di una operazione la cui efficacia è tutta da dimostrare. In una nota dell’ineffabile ufficio stampa della presidenza – continua il presidente – si afferma che ‘L’operazione recall è stata varata i primi giorni dello scorso mese di novembre con l’obiettivo di ridurre e mettere sotto controllo il fenomeno delle liste di attesa in particolare su quelle prestazioni specialistiche e di diagnostica che presentavano attese fuori tempo massimo. Il bilancio di questa prima fase dice che sono stati contattati dal recup 72.748 cittadini, il 67% di questi pari a 48.674 ha risposto, 24.074  pari al 33% del totale invece non l’ha fatto’. A tal fine, chiediamo al presidente di fornirci i dati degli anni passati, quando il Recup regionale inviava addirittura una lettera per rammentare agli utenti l’approssimarsi della data di esame. La Regione non si è inventata nulla: si limita a immaginare – insiste Maritato – riferendosi allo slogan della campagna elettorale di Zingaretti. Piuttosto Zingaretti ci spieghi come mai il Lazio spende lo 0,3% in meno della media nazionale per l’assistenza di base e il 30% di più per la spesa ospedaliera

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