Dal presidente dell’Associazione medici stranieri in Italia Foad Aodi, riceviamo e, volentieri pubblichiamo:

 

Più internazionalizzazione del Servizio sanitario nazionale e programmazione delle scuole di specializzazione in base alle esigenze attuali del settore. Si deve combattere la medicina difensiva, adeguando i salari dei professionisti della sanità occupati in Italia con quelli dei paesi europei.  Ci battiamo inoltre per promuovere una campagna di informazione per l’assistenza sanitaria dei migranti, aumentando gli ambulatori Stp (stranieri temporaneamente presenti) in modo da aumentare la prevenzione. Bisogna inoltre abolire l’obbligo del possesso della cittadinanza italiana per i professionisti della sanità stranieri che vogliono accedere ai concorsi pubblici, specie per il concorso di medicina generale, vista la gravissima situazione legata alla carenza di medici in Italia. I professionisti della sanità, stranieri e presenti nella penisola da tempo, non accettano più contratti annuali o a tempo determinato; per questo si verifica la fuga verso il privato dove sono contrattualizzati a tempo indeterminato. Occorre inoltre prolungare la scadenza del decreto “Cura Italia”, in scadenza, al 31 dicembre 2015, dando la possibilità a tutti i professionisti della sanità di origine straniera di restare in Italia nel rispetto delle leggi vigenti  in materia. Si deve altresì intensificare la ricerca insieme alla formazione con l’educazione continua in medicina (Ecm) sui capitoli Salute globale, Sanità e immigrazione, Pandemia. Inoltre, per la sanità del futuro bisogna dare la possibilità ai professionisti con titolo di laurea conseguito all’estero, di ottenere il riconoscimento dello stesso attraverso uno stage pratico, con un docente tutor esperto, sotto la vigilanza del direttore sanitario della struttura ospedaliera e/o universitaria, per un periodo di quattro o sei mesi in base al piano di studio, considerando il percorso universitario svolto all’estero. Facilitazioni volte ad abbreviare i tempi, previo esame finale della lingua italiana. Si tratta di investire sui professionisti sanitari, valorizzandone le competenze attraverso la formazione e la ricerca, con garanzie di sicurezza sul posto di lavoro e sicurezza delle strutture sanitarie. Tutto ciò, al fine di promuovere la prevenzione in età pediatrica, nell’adolescenza e nella terza età, senza trascurare le patologie oncologiche e ansioso-depressive, in aumento per la mancanza di diagnosi precoce.

 

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