San Michele, un doppio ritorno alla vita
Investimento della Regione Lazio per il reinserimento sociale di persone uscite dal coma
Ritorno alla vita dopo il coma. Il segnale di rinascita è potente e assume un duplice valore: insieme ai pazienti, che riprendono le proprie attività, anche il San Michele, istituto romano di antica tradizione, annuncia alla collettività la sua presenza, dopo anni di oblio, in aiuto ai più fragili, come primaria azienda pubblica di servizi alla persona (Asp) della capitale. Terminata una impegnativa ristrutturazione di una delle dodici palazzine che costituiscono il complesso di 120mila metri quadrati di piazza Tosti, grazie all’investimento regionale di 1milione e 200mila euro ripartiti in tre anni, nasce il Servizio di reintegrazione del paziente post-comatoso, per offrire assistenza qualificata, percorsi personalizzati e “un contesto umano che mette al centro la persona”. Questo assicurano i vertici dell’Istituto, che dal novembre 2023 – con la nuova presidenza di Giovanni Libanori – ha intrapreso un percorso virtuoso, diventando punto di riferimento nell’ambito del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali. Risale al 18 giugno dello scorso anno, la sigla di un protocollo d’intesa tra San Michele Asp e Santa Lucia Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico), due realtà di primo piano del quadrante Ardeatino, poli sociosanitari di riferimento per tutta Roma. Il primo, nel 1938 si è trasformato in Opera pia ma ha una storia secolare nell’assistenza ai bisognosi e oggi si appresta a diventare la punta di diamante di un modello avanzato di welfare di prossimità, valore aggiunto per il quartiere di Tor Marancia e per la capitale. Per il Santa Lucia invece, da tempo la ricerca si coniuga all’assistenza di primo piano nella riabilitazione neuromotoria. Ergo, tra i due fiori all’occhiello del panorama sociosanitario il dialogo era inevitabile. Così un anno fa l’incontro al vertice tra i due centri assistenziali dell’VIII Municipio si è concretizzato nella sigla di un accordo di reciproca collaborazione, per venire incontro alle esigenze sanitarie degli ospiti dell’istituto di piazza Tosti. Grazie all’attivazione del Servizio per il reinserimento dei pazienti post-comatosi, realizzato al terzo piano della palazzina Toti, si potrà così procedere al recupero scolastico/lavorativo attraverso attività formative e di laboratorio, con corsi di informatica, disegno e pittura, tecnica di decorazione, ortofrutticoltura, riportando a una nuova efficienza i laboratori del San Michele, in passato utilizzati per il recupero dei ragazzi “difficili”, che la ex Opera Pia di Tormarancia toglieva dalla strada. Il servizio per pazienti post-comatosi accoglierà otto assistiti in regime residenziale – per un periodo limitato con ricovero notturno – che potranno essere impegnati nelle officine e dodici persone saranno assistite di giorno e individuate tra coloro che lasciano l’ospedale in cui erano ricoverati durante il coma e che, una volta riabilitati, necessitano di completare il percorso di reinserimento sociale, scolastico o lavorativo. La ristrutturazione della palazzina del San Michele è stata possibile grazie a un utile di esercizio di quasi 900mila euro mentre altri 97mila sono stati impiegati per l’acquisto di immobili e arredi per le strutture di assistenza. Palpabile la soddisfazione del presidente Libanori, che nei giorni scorsi ha ricevuto la visita di parlamentari e amministratori locali: dal vicepresidente della commissione Affari sociali e sanità della Camera Luciano Ciocchetti, ai vertici della Regione Lazio con il presidente Francesco Rocca, l’assessore ai Servizi sociali Massimiliano Maselli, la consigliera Edy Palazzi. Presente anche il Comune di Roma, con l’assessore alle Politiche sociali e salute Barbara Funari e, per l’Istituto Santa Lucia il commissario straordinario della Fondazione Annarita Panebianco. Per l’onorevole Ciocchetti, il nuovo servizio “è un segnale di grande attenzione per tutti quei pazienti post-comatosi in fase di transizione tra terapia riabilitativa, ospedaliera e ritorno al proprio domicilio, a rischio esclusione sociale ed economica”. Una scommessa, quella di Libanori, che sta trasformando l’antica istituzione in un modello avanzato di welfare di prossimità, valore aggiunto per il quartiere di Tor Marancia e per tutta Roma. (Nella foto: il Consiglio di amministrazione del San Michele)