Pnrr, Gimbe: “Sanità territoriale realtà solo formale”
Baldini, presidente Ente previdenza infermieri: “Carenza infermieri resta nodo critico”
“La carenza di personale infermieristico resta un nodo critico per la sanità italiana. I risultati del monitoraggio dell’Osservatorio Gimbe sull’attuazione della Missione Salute del Pnrr confermano questa preoccupante realtà, con l’attivazione di case e ospedali di comunità che procede a rilento e ritardi infrastrutturali che vanno a sommarsi alla perenne difficoltà di gestione delle risorse umane”. Lo afferma Luigi Baldini, Presidente di Enpapi, l’Ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica, commentando le conclusioni del monitoraggio dell’organismo presieduto da Nino Cartabellotta, sull’attuazione della “Missione 6 Salute” del Pnrr. Secondo l’Osservatorio – che basa le sue rilevazioni sulle evidenze scientifiche della sanità – gli obiettivi del periodo compreso tra il 2021 e il 2025 sono stati raggiunti soltanto “a livello formale” ovvero l’impiego dei 16 miliardi che Bruxelles ha destinato alla sanità per la riforma territoriale e l’attuazione del Fascicolo sanitario elettronico, secondo Cartabellotta “procede molto a rilento e con differenze abissali tra le regioni”. Specie nell’assistenza territoriale, che doveva essere il cardine della riforma avviata grazie al Pnrr (decreto ministeriale 77 del 2022) la realizzazione di case della comunità (Cdc), ospedali di comunità (Odc) e centrali operative territoriali (Cot) procede a rilento secondo le rilevazioni di Gimbe. Si stima che su 1717 case previste ben 1068 (62,2%) non siano ancora attive o almeno le Regioni non le danno come completamente disponibili mentre per 485 strutture (28,2%) è stato annunciato almeno un servizio e solo per 164 (9,6%) tutti i servizi obbligatori risultano operativi. Il discorso non cambia per gli ospedali di comunità: dei 568 previsti, solo 124 hanno un servizio attivo per un totale di 2100 posti letto mentre più soddisfacente è il bilancio relativo alle centrali operative territoriali, strutture di mero coordinamento e non di assistenza, “risultano attivate in tutte le Regioni – secondo Gimbe – 650 centrali su 642 al 31 dicembre 2024”. Ė evidente che il problema più pressante per la realizzazione di tali strutture è relativo al personale di assistenza e il presidente Enpapi lo sottolinea, indicando come “fortemente penalizzata da questa situazione è l’assistenza sanitaria territoriale, con limitazioni nei servizi offerti alla cittadinanza ed evidenti disparità regionali”. A risentirne, per Baldini “le categorie di pazienti a rischio, le persone fragili, gli anziani, chi deve spostarsi in altre città per svolgere terapie e cure adeguate”. E ancora una volta torna in primo piano la necessità di valorizzare il ruolo dell’infermiere, con particolare attenzione a rendere attrattiva la professione. “Ribadiamo l’importanza di aprire al prezioso apporto degli infermieri liberi professionisti, la cui rete operativa è sempre più capillare e qualificata” chiosa Baldini, disponibile a impegnare competenze professionalità dell’ente per realizzare tale previsione.