Melanoma, la prevenzione è l’unica arma per una prognosi favorevole. Per questo in Veneto si studiano percorsi dedicati, i cosiddetti Percorsi preventivi diagnostico terapeutici assistenziali (Ppdta) per la presa in carico del paziente e i trattamenti specifici per questa patologia, che nella Regione rappresenta più del 5% delle malattie oncologiche. Il tema è stato affrontato nel convegno “Il melanoma: dalla prevenzione primaria alla presa in carico”, organizzato a Padova il 21 maggio, in presenza di esperti, dirigenti, amministratori locali. Tra questi, la direttrice del dipartimento reginale di Prevenzione Francesca Russo, Manuel Zorzi direttore del Servizio Epidemiologico regionale – che gestisce il Registro Tumori del Veneto – l’assessore alla Sanità  Manuela Lanzarin e i rappresentanti di Azienda Zero. Molto temuta, oltre alla diffusione in continuo aumento, è l’evoluzione del Melanoma che può degenerare in forme molto pericolose. Per questo il mese di maggio è dedicato alla lotta alla malattia. Grazie alla Fondazione Scuola di Sanità pubblica, che ha promosso l’evento insieme all’Università di Padova, il convegno ha toccato tutti gli aspetti della presa in carico, cura, assistenza. Articolato nelle sessioni di Epidemiologia, prevenzione primaria, ambiente e strumenti di comunicazione e, in seconda sessione Prevenzione secondaria, diagnosi, presa in carico e cura, l’appuntamento ha avuto il grande merito di sensibilizzare la collettività, promuovendo la prevenzione e divulgando i dati in continua evoluzione. “Il melanoma maligno è un tumore in continuo aumento – ha chiarito l’assessore regionale alla Sanità Lanzarin –  in Veneto rappresenta più del 5% di tutti i tumori; è il tumore più frequente negli uomini e il terzo nelle donne tra 0-49 anni. Nel corso degli ultimi 30 anni, l’incidenza è aumentata del 3,8% l’anno tra i rappresentanti del sesso maschile e del 2,8% nelle donne. Dati che impongono la massima attenzione delle istituzioni sanitarie, prima di tutto sul piano della prevenzione, e poi su quello delle cure nei casi in cui la malattia sia evoluta”. “Nel 2021, in tutte le fasce di età, il melanoma si posizionava al sesto posto tra tutti i tumori”, ha evidenziato il dottor Zorzi, focalizzando l’attenzione sul “balzo in avanti degli anni Novanta, quando era collocato in quindicesima posizione”. Negli ultimi anni sono stati diagnosticati in Veneto più di 1700 nuovi casi l’anno. “Grazie alla crescente diffusione delle preziose pratiche di diagnosi precoce – ha sottolineato Lanzarin – la maggior parte dei melanomi diagnosticati negli ultimi anni si trova in stadio iniziale ed è caratterizzata da una prognosi molto favorevole. La sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è infatti del 91%, tra le più elevate rispetto a tutti gli altri tipi di tumore”. Le popolazioni montane risultano maggiormente a rischio a causa dell’intensità delle radiazioni UV e del riflesso sulla neve. La prevenzione primaria, basata su comportamenti corretti e consapevolezza del rischio, è fondamentale per ridurne l’incidenza, specie per chi frequenta le piste da sci, molto meno incline dei frequentatori delle spiagge, a adottare tutte le precauzioni necessarie. (Nella foto: Manuela Lanzarin)

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