Sono i numeri ad attestarlo: in Italia la media dei fumatori è del 24% ma tra i giovani la percentuale sale al 30. Tra i 15 e i 17 anni sono molti i ragazzi che, sebbene in modo discontinuo, si avvicinano alla insana dipendenza con la possibilità che diventi comportamento abituale. Se smettessero prima dei 35 anni, è certificato da studi scientifici, aumenterebbe la loro aspettativa di vita. In Italia i casi di tumore del polmone sono 45 mila l’anno; 93 mila sono i morti per malattie cardiovascolari, pneumologiche e altre patologie legate al fumo. Si calcolano 26 miliardi di spesa per costi diretti per le cure e i ricoveri e indiretti, per assenze dal lavoro e perdita di produttività. Un bilancio non lusinghiero e, considerato che oggi, grazie a metodi di provata efficacia, è molto più facile smettere di fumare, la mobilitazione delle autorità e istituzioni sanitarie è massima. Con lo slogan “Giù la maschera”, adottato per mettere a nudo gli ingannevoli messaggi dell’industria del tabacco per rendere attraenti i suoi prodotti, in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco celebrata il 31 maggio, numerose sono state le iniziative per la disassuefazione dal fumo. Molto seguito l’evento promosso il 29 maggio dall’Accademia Lancisiana, antica e prestigiosa istituzione fondata nel 1715 da Giovanni Maria Lancisi Archiatra pontificio. Un incontro di riflessione sulla diffusione del fumo, dei danni che ne derivano e le iniziative a contrasto dell’abitudine, promossa in collaborazione con Fadoi Lazio – associazione degli internisti ospedalieri – e i centri antifumo della Asl Roma 1. Un giorno prima è stato il Policlinico Umberto I di Roma, con il suo ambulatorio Centro antifumo afferente alla Pneumologia, a organizzare una mattinata di informazione nel frequentatissimo spazio vicino al centro prenotazioni. Insieme alla Unità di Tabaccologia dell’Università “La Sapienza”, a varie associazioni di pazienti asmatici, alla Croce Rossa italiana, al II e III Municipio, è stata posta al centro dell’attenzione la falsa narrazione che si cela dietro la pubblicità delle sigarette tradizionali e delle e-cig, messaggio rivolto in particolare ai più giovani. Giovani a cui sembra diretto l’allarme della presidente della Federazione degli Ordini della professione ostetrica (Fnopo) Silvia Vaccari, che mette in guardia sui danni provocati dal fumo alla salute riproduttiva. “Il fumo interferisce profondamente con la fertilità femminile e maschile. Nelle donne compromette la qualità ovocitaria e altera il funzionamento ormonale, negli uomini riduce la motilità e la qualità degli spermatozoi” spiega la presidente, evidenziando i probabili danni che si osservano durante la gravidanza, con conseguenze “spesso irreversibili per il nascituro”. Per questo le ostetriche sono in prima linea, con numerosi e qualificati corsi in aiuto alle mamme fumatrici e il programma “Mamme libere dal fumo” perché, precisa Vaccari “Investire nella lotta al tabagismo in età fertile e durante la gravidanza significa proteggere non solo la salute della donna, ma anche quella dei bambini che nasceranno”.

 

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