Infermieri, Coina: “Ne servono più di 65mila”

Una celebrazione tra alti e bassi. Così si è presentata questa edizione della Giornata internazionale dell’Infermiere, un rituale che sta cercando una nuova identità, stretto tra una crisi irreversibile della sanità pubblica e le sempre più qualificate competenze acquisite. Numerosi gli eventi, da Palermo a Roma, passando per Veneto e Liguria. La Federazione degli Ordini professionali in primo piano ma non sono mancati i sindacati e le associazioni professionali, a rammentare ai decisori politici che occorre agire in fretta per ridare dignità a una professione che in molti non reputano più attrattiva. La Giornata, che dal 1992 si celebra in Italia il 12 maggio – a memoria della data di nascita nel 1820 di Florence Nightingale fondatrice dell’infermieristica moderna – ha l’intento di sensibilizzare la collettività sul ruolo dell’infermiere, troppo spesso sottovalutato e, a riprova di ciò, le cifre fornite dalle varie sigle dei sindacati infermieristici stanno a testimoniarlo. La Fnopi, Federazione degli Ordini delle professioni infermieristiche parla di 65mila infermieri mancanti, un numero che sta sollevando una polemica da parte di Coina, un sindacato di categoria che ha innescato una vivace dialettica rispetto alla diffusione di tali cifre. “Parlare ancora di 65.000 infermieri mancanti – sostiene il segretario nazionale Marco Ceccarelli – è un errore grave. La realtà è che ne servono almeno 175.000, se vogliamo avvicinarci agli standard dell’Unione Europea, come evidenziato dall’ultimo rapporto Ocse ‘Health at a Glance: Europe 2024.’ Con 6,5 infermieri ogni 1.000 abitanti – precisa ancora il segretario Coina – l’Italia resta tra i fanalini di coda in Europa, contro una media Ue di 8,4”. Un significativo apporto per sanare la carenza di professionisti – secondo i dati forniti da Foad Aodi, presidente di Amsi, l’Associazione dei medici e sanitari stranieri in Italia – arriverebbe dagli oltre 43.600 infermieri provenienti dall’estero che hanno riempito le nostre corsie: il 47% in più negli ultimi cinque anni. Non mancano però, anche in questo caso, i problemi legati alle lungaggini burocratiche per il riconoscimento dei titoli e l’inserimento nelle strutture di questi professionisti, provvisti di tutti i requisiti richiesti, per cui Aodi chiede “un piano straordinario di regolarizzazione per coloro che sono già in servizio, con corsi di formazione linguistica e culturale”. Sul piano simbolico, la Giornata dedicata agli infermieri ha visto un momento molto alto con l’intitolazione, nella Regione Lazio – Asl Roma 3 – dell’ambulatorio infermieristico di Fiumicino, in via Coni Zugna, a Emanuela Millevolte, coordinatrice del servizio scomparsa a 58 anni, che tanto si è spesa per vedere realizzato tale presidio. (Nella foto: un momento della cerimonia di intitolazione)

 

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