Violenza, la sanità in aiuto alle donne

Convegno all’Ordine dei Medici. Illustrata l’attività dello sportello antiviolenza della Asl Roma 2

Ormai è emergenza sociale e problema di salute pubblica. La violenza sulle donne non si arresta e le istituzioni corrono ai ripari. La giornata di mobilitazione del 25 novembre ha visto impegnati molti settori della sanità con i professionisti in prima linea. L’Ordine provinciale dei medici chirurghi odontoiatri di Roma, con il convegno “No alla violenza sulle donne, no alla violenza contro gli operatori sanitari”, ha celebrato a due giorni dall’evento, la giornata nazionale contro il femminicidio mettendo a confronto medici, infermieri, assistenti sociali,magistrati, in un evento dominato dalla presenza di una maggioranza di donne, che si sono interrogate sui motivi dell’incremento di un fenomeno inarrestabile, cercando soluzioni e risposte.

Le istituzioni ai massimi livelli non sono rimaste sorde all’appello. ­­ del 2011 la Convenzione di Istanbul, un trattato vincolante che impone agli stati membri dell’Ue di porre in essere concrete misure di prevenzione e contrasto al fenomeno, assicurando la protezione delle vittime e la punizione degli autori di abusi. L’Italia ha prontamente risposto attraverso l’organizzazione di specifici servizi nella sanità pubblica: accoglienza mirata in pronto soccorso, assistenza a tutto tondo, guida ai servizi sociali e, all’occorrenza, sostegno economico per le vittime che spesso subiscono violenza tra le mura domestiche. Esiste inoltre un piano strategico 2017-2020, basato sulla formazione degli operatori e l’informazione alle potenziali interessate, con il coinvolgimento di “sentinelle” territoriali. Primo fra tutti il medico di famiglia e il pediatra, insieme ai servizi sociali dei municipi.

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