Talebani anti vaccino imbrattano i muri

Non solo Spallanzani. Dopo le scritte oltraggiose contro la somministrazione dei vaccini, vergate nella notte di venerdì 24 giugno all’ingresso dell’Istituto per le malattie infettive di Roma, gli stessi graffiti sono apparsi sul muro di ingresso del cimitero Laurentino, nei pressi del quartiere Trigoria. “Il vaccino uccide, protocolli assassini, genocidio vaccinale, diritti e libertà, sono le frasi ricorrenti dei talebani anti antidoto al Covid e l’ultima potrebbe essere la firma del gruppo oltranzista, corredata dalla doppia V rossa inscritta in un cerchio, sigla di ViVi. Se le frasi, davanti al polo di riferimento nel Lazio per le cure anti virus e di ricerca sull’affezione da Sars-CoV2 tra i più importanti in Italia risultano un insulto, nei confronti dei professionisti sanitari impegnati nella dura battaglia, idonea considerazione è valida per il cimitero. Nel caso del Laurentino, l’offesa sembra proprio diretta alle numerose persone lì sepolte scomparse a causa della malattia. Ferma restando la libertà di critica e di dissenso su un rimedio anti Covid che non si è rivelato così infallibile, resta l’azione incomprensibile di dissenso scomposto nei confronti della quale carabinieri, polizia e agenti della scientifica hanno effettuato un primo sopralluogo e i rilievi di rito. Numerosi gli attestati di solidarietà all’Istituto dai vertici regionali e dal ministero della Salute mentre, per quanto attiene al cimitero, restano silenti le autorità comunali.

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