Un capitolato di appalto che prevede il dimezzamento del monte ore del 51%. Per molti lavoratori del Cup dell’azienda ospedaliera Sant’Andrea è messo a rischio il posto di lavoro. Per questo il 3 novembre nell’ospedale di Roma nord è prevista una giornata di mobilitazione, che fa seguito allo stato di agitazione proclamato dalle organizzazioni sindacali. A nulla è servita la mediazione proposta dalla direzione aziendale, con la delibera numero 1225 del 28 ottobre, che secondo i sindacalisti “sposta solo il problema di qualche mese, senza indicare in alcun modo una soluzione in merito ai licenziamenti di oltre 40 lavoratori”, è scritto in un comunicato della Uil Fpl Roma Lazio. Da parte della direzione generale sono stati proposti diversi tentativi di mediazione per scongiurare la protesta. In primo luogo, assicurazioni verbali che non hanno tranquillizzato il sindacato, che avrebbe voluto impegni messi “nero su bianco”. Poi la possibilità di siglare un verbale che, nella sostanza, secondo Massimo Mattei rappresentante Uil Fpl Terzo Settore “non conteneva nulla di concreto in merito alla salvaguardia occupazionale”, in relazione alle 100mila ore svolte attualmente presso il Cup, ridotte dal nuovo appalto a 49mila. Una gara vinta da una Rti – rete temporanea di imprese – che riguarda tutto il Lazio ma che, a quanto sembra, metterebbe in discussione soltanto i posti di lavoro al Sant’Andrea, circa 80 unità il 30% delle quali con disabilità. Si attendeva una convocazione dal prefetto per le cosiddette “procedure di raffreddamento” ma, a tutt’oggi questa non è ancora arrivata. Si ripetono le stesse dinamiche di tre anni fa, quando i lavoratori furono costretti alla mobilitazione per conservare la propria occupazione. Per evitare “una vera e propria macelleria sociale – attacca Mattei – andiamo avanti con la lotta finché non vedremo risultati concreti”. L’appuntamento è il 3 novembre dalle 12 alle 14 in via di Grottarossa.

 

 

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