“Sanità: escalation di aggressioni, la Regione tace”

Ė successo di nuovo e c’era da aspettarselo. Un paziente in attesa, in evidente stato di alterazione alcolica, il 18 luglio ha colpito medici e infermieri del pronto soccorso dell’ospedale di Monterotondo. “Non è passato neanche un mese dall’ultima aggressione – ci racconta un medico in servizio al momento dell’aggressione – e l’inquietante fenomeno si ripete, senza che nessuno prenda idonei provvedimenti”. Stigmatizza l’accaduto il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli, che in un comunicato ha evidenziato come siano lievitati tali episodi e parla “di una vera e propria escalation, aggravata dalla carenza di personale e dal sovraffollamento in determinati reparti di ospedali e Asl, in particolare quelli dell’emergenza”. Racconta di un “personale in trincea” l’esponente della Lega, sottolineando come “medici ed infermieri tanto osannati nei mesi difficili del Covid” non siano stati in realtà “mai veramente tutelati. Mancano anche gli uomini della polizia nelle sale d’attesa dei pronto soccorso, che sono scomparsi da anni per le note carenze di organico – aggiunge il consigliere – uomini e donne che sarebbero un forte deterrente per episodi del genere”. Secondo Ciacciarelli “i cittadini sono sempre più esasperati” ed evidenzia come, nelle abituali classifiche diffuse dai quotidiani economici, “in un solo anno la sanità laziale ha perso ben quattro posizioni, scendendo agli ultimi posti”. Secondo Ciacciarelli, ciò deriverebbe da “nove anni di amministrazione regionale di sinistra che non ha garantito più assunzioni per garantire una sanità a misura di cittadino.”

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