Sanità del Lazio al top, tra direttori e cavalieri

Dovrà affrontare notevoli sfide il neo direttore generale della Asl Roma 6. Cristiano Camponi, classe 1973 e curriculum pesante, grazie al parere favorevole espresso nella seduta del 24 marzo dalla commissione regionale Sanità e politiche sociali assumerà la gestione di un territorio esteso, articolato, che va dalle colline dei Castelli romani fino al litorale di Anzio e Nettuno e ricco di comuni: Albano Laziale, Anzio, Ardea, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Colonna, Frascati, Genzano, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Montecompatri, Monte Porzio Catone, Nemi, Nettuno, Pomezia, Rocca di Papa, Rocca Priora, Velletri. Una rete territoriale da rafforzare, strutture dismesse da riconvertire, l’ospedale Nuovo sulla Nettunense da implementare e i progetti previsti dal Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) da avviare: in tutto 50 milioni di investimenti da ripartire. Tra ospedali, case di comunità, centrali operative territoriali, come decreto ministeriale 71 prevede. Poi tutto il sistema delle tecnologie e del digitale da mettere a punto. Compito non semplice ma non impossibile per il neo Dg, agli esordi avvocato poi funzionario apicale formatosi alla complessa scuola del San Camillo Forlanini – quando questa era l’azienda ospedaliera più grande d’Europa, con il Forlanini in piena attività – in seguito all’Ares 118 a occuparsi della non semplice gestione del sistema di emergenza, poi dirigente amministrativo agli Ifo Regina Elena e San Gallicano, alle Asl Roma A ed E poi fuse nella Roma 1, con una breve parentesi al ministero della Salute. Nel 2015 ottiene l’importante traguardo della direzione amministrativa all’azienda San Giovanni Addolorata e infine della Asl Roma 2, la più grande della capitale estesa dall’Eur e dintorni al Prenestino Labicano. Conferma invece alla Asl Roma 1 – centro storico di Roma e altri 5 municipi con oltre un milione di residenti – per Angelo Tanese, già commissario della stessa azienda in fase pre-fusione, poi direttore generale della stessa, anche lui una provata esperienza da mettere al servizio di oltre un milione di abitanti e 7500 dipendenti. Lo attende, quale tappa importante, la definizione del cosiddetto “Piano integrato per la riqualificazione, il recupero, il riuso di edifici e aree pubbliche ricadenti nel complesso dell’ex ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà”, per cui lo scorso 4 marzo è stato siglato un accordo di collaborazione tra Regione, Comune e Asl Roma 1. Apprezzamento per le nomine, è stato espresso dal presidente della commissione regionale Sanità Rodolfo Lena, che in una nota ha sottolineato esperienza e competenze dei due direttori “che sapranno affrontare al meglio le sfide che ci attendono grazie ai fondi del Pnrr con cui ridisegneremo completamente la sanità della nostra Regione”. E le soddisfazioni per la sanità regionale hanno avuto una piacevole appendice, con la nomina a Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica di Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”, polo romano di riferimento per le cure anti Covid, insieme a Giuseppe Ippolito, che per decenni ha ricoperto il ruolo di direttore scientifico dello stesso istituto. Per entrambi l’onorificenza di altissimo rango ha, quale motivazione, l’impegno profuso nella lotta alla pandemia e i risultati raggiunti nella ricerca e cura. Un riconoscimento apprezzato dai vertici regionali, con note di felicitazioni del presidente Nicola Zingaretti e dell’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. A tutti, le vivissime congratulazioni della redazione di sireneonline.it (Nella foto: Cristiano Camponi)

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