San Giovanni, una festa di musica e solidarietà
Concerto in ospedale della banda della Polizia locale di Roma Capitale
Una celebrazione con tutti i crismi, quella di San Giovanni Battista, che il 24 giugno ha riempito il meraviglioso giardino con Trabeazione a colonne dell’antico, omonimo ospedale romano, con un altissimo momento di musica e solidarietà, grazie al concerto degli orchestrali della banda della Polizia locale di Roma Capitale. Un evento dove la musica si fa abbraccio collettivo, un insieme di emozioni che ha coinvolto non solo il pubblico di operatori sanitari, cittadini, volontari dell’Arvas e di Domina – le due associazioni promotrici dell’evento – ma ha richiamato la curiosità dei numerosi pazienti affacciati, al cospetto della irripetibile architettura ispirata agli stilemi greco-romani. “Un modo di camminare vicini questo, di conoscerci per poi procedere per il grande obiettivo comune che è l’umanizzazione delle cure”, ha sostenuto Il presidente Arvas Silvio Roscioli, attivo da decenni nel volontariato, determinato nell’imprimere all’Associazione, un ruolo di ascolto e accompagnamento delle fragilità di chi si trova a convivere con la malattia. Presenza essenziale e discreta, da più di 40 anni i volontari dell’Arvas – mille associati sul campo nelle 27 strutture di Roma e del Lazio – hanno assunto il nobile compito di essere vicini a chi soffre, dalle azioni più semplici della quotidianità alle metodiche per umanizzare l’assistenza, garantendo in ospedale, nelle Rsa, nelle cliniche, nelle strutture riabilitative, un sostegno ineguagliabile. E in occasione della ricorrenza del Santo Battista, Roscioli ha rammentato la qualità dei volontari, di Arvas e di Domina, “che sono costantemente a fianco del paziente”. “Un radicamento non solo nelle strutture sanitarie – assicura il presidente – ma in tutta la città, tanto che siamo impegnati a riproporre un simile evento anche in altri ospedali”. Esprimono soddisfazione per la riuscita manifestazione, all’unisono, Mariangela Stivanello, Ada Monaci e Maria Annarumi, impegnate sul campo per Arvas e Domina e a loro si uniscono alcuni medici del nosocomio che sottolineano il senso di appartenenza di professionisti e operatori. “Siamo una comunità – ripetono con convinzione – e giornate come questa rafforzano il collante che esiste tra noi dipendenti, i volontari e i pazienti”. E di ciò non si può dubitare, considerato l’impegno comune profuso nel promuovere un evento che, oltre all’aspetto ludico e culturale, avvicina tutti al sentire sociale e al senso di inossidabile comunità.