Roma città accessibile e inclusiva. Con questo intento, l’amministrazione capitolina si impegna a garantire la fruizione dei servizi da parte delle persone più fragili e la brochure presentata in Campidoglio il 30 settembre ne è l’esempio tangibile. Un solido accordo tra Roma Capitale, nella persona dell’assessore alle Politiche sociali e sanità Barbara Funari e la presidente dell’Assemblea capitolina Svetlana Celli, il corpo della Polizia locale che, con il comandante Ugo Angeloni e i suoi agenti si farà parte attiva dell’operazione, la supervisione del Corecom, comitato di controllo regionale sulle comunicazioni – presente con la presidente Maria Cristina Cafini e la consigliera Iside Castagnola – il cui intento è diffondere il più possibile il linguaggio dei segni nelle trasmissioni di informazione e divulgazione, grazie anche alla collaborazione con la testata giornalistica regionale. Grazie alla sensibilizzazione operata dalla associazione di promozione sociale “Emergenza sordi”, nelle strade della città eterna assisteremo a rapporti facilitati nel caso in cui una persona non udente si trovi in difficoltà, abbia bisogno di aiuto o sia incorsa in una delle violazioni contestate agli automobilisti. Una brillante soluzione che arriva da lontano, mutuata dagli Usa in cui pubblicazioni esplicative sono utilizzate da tempo. Nel nostro Paese l’emergenza si è rivelata in tutta la sua drammaticità a causa della pandemia e del provvidenziale uso di mascherine che però, per chi è abituato a leggere il labiale per comprendere, si sono rivelate proibitive. Ne è convinto il presidente della associazione Luca Rotondi, da tempo impegnato per realizzare quel ponte tra istituzioni e utenza fragile che realizza la piena cittadinanza. Per questo sono molte le amministrazioni comunali che hanno stretto un accordo con “Emergenza sordi” attivando servizi in aiuto, come le app e le pubblicazioni atte a facilitare la comunicazione. Nell’incontro in Campidoglio è stata ribadita la volontà di fare squadra e promuovere tutte le sinergie possibili perché i servizi diventino sempre più accessibili a tutti, senza distinzioni per status o condizioni psicofisiche e perché l’agenda capitolina per l’inclusione possa diventare anche patrimonio del prossimo esecutivo.

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