Dalla direzione degli Istituti Fisioterapici ospitalieri (Ifo) riceviamo, e volentieri pubblichiamo:

La cura del cancro si sta sempre più spostando da un approccio tradizionale incentrato sull’organo e la malattia, ad uno personalizzato che mette al centro il paziente. La disponibilità di strumenti di telemedicina attraverso tecnologie che arrivano direttamente a casa della persona malata assieme a strumenti quali tele-consulto e tele-monitoraggio, possono migliorare l’assistenza incentrata sulla persona e favorire l’empowerment dell’assistito.  eCAN JA è un’ambiziosa iniziativa appena avviata, che coinvolge 15 paesi europei che ha l’obiettivo di implementare la telemedicina nella prevenzione e cure del cancro, e definire gli standard e le linee guida a livello europeo. L’IRCCS Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE) è stato identificato dal Ministero della salute come referente italiano di due studi clinici sulla tele-riabilitazione di pazienti con tumore della mammella e tumori testa – collo e sul supporto tele-psicologico in pazienti con neoplasia recidivante. Nel progetto l’IRE è coinvolto anche in uno studio che si occupa di cybersecurity e aspetti etici legati allo scambio di dati tra clinici e ricercatori. Coordina gli studi Andrea Pace, Responsabile della Neuroncologia IRE. eCAN JA punta a definire le regole per l’implementazione del teleconsulto e del monitoraggio remoto in oncologia. All’interno dell’iniziativa l’Istituto Regina Elena coordinerà uno due studi. Il primo si svolgerà in 17 centri oncologici in 10 paesi europei e arruolerà pazienti con tumore della mammella e testa-collo, trattati a distanza per 8 settimane, al fine di trattare i deficit postchirurgici. Si tratta di malati con bisogno riabilitativo molto forte, che durante le tele-visite saranno educati al self-care per ottenere il migliore recupero fisico possibile dopo l’operazione.  Il secondo valuterà i benefici di un programma di tele-consultazione psicologica di 8 settimane per i pazienti affetti da cancro avanzato.  Ma cosa può aggiungere la telemedicina alle cure oncologiche? Due importanti benefici. Il primo, lo conosciamo, ed è la possibilità di raggiungere tutti i pazienti, con qualsiasi dispositivo e da qualsiasi luogo, evitando spostamenti non necessari e risparmio di tempo. Il secondo aspetto meno conosciuto, è la possibilità di misurare gli esiti e le esperienze riferite dai pazienti attraverso sistemi di tele-monitoraggio dedicati. “Oggi spiega Andrea Pace  sia le istituzioni che i clinici, rivolgono grande attenzione a strumenti quali i Patient Reported Outcomes, e cioè la valutazione che misura direttamente la percezione del paziente sulla sua malattia, sui sintomi, sul suo percorso individuale. Il Tele-monitoraggio consente in questo senso una valutazione continua di parametri fisici o di altre misure “patient-based” mediante dispositivi digitali.” La sicurezza informatica occupa in tale scenario un ruolo determinante. “Un filone importante di studio nel quale siamo coinvolti nel progetto europeo evidenzia Pace, analizza le problematiche tecnologiche in ambito sanitario, relative alla protezione del dato e alla privacy del paziente oltre agli aspetti etici legati allo scambio di informazione tra paese e paese, alla discussione tra colleghi e tra Molecular Tumor Board.” Il crescente utilizzo degli strumenti di telemedicina richiede nuove politiche, regolamenti e linee guida. “La ricerca e l’ottimizzazione di nuovi strumenti e metodi, per una assistenza sanitaria in oncologia incentrata sul paziente, è tra gli obiettivi principali di un Istituto di cura a carattere scientifico – evidenzia Gennaro Ciliberto, direttore scientifico dell’IRE ed è missione fondamentale per il nostro Istituto, membro dell’Organization of European Cancer Institutes (OECI).” “Crediamo molto nell’oncologia di prossimità – conclude Marina Cerimele, direttore generale IFO (nella foto) – al fine di garantire equità di cura e vicinanza a domicilio, così si migliora anche l’aderenza alle cure e si assicura al caregiver il supporto necessario.”

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