Da Stefano Fabroni presidente del Comitato Salute e Ambiente Asl Roma 5 e Ina Camilli coordinatore del Comitato libero “A difesa ospedale Colleferro, riceviamo:

Se oggi la Sanità Pubblica è sull’orlo di un precipizio, la colpa è sicuramente di chi l’ha amministrata, ma anche dei cittadini che hanno subìto l’incantesimo della “politica dei pifferai” e delle promesse mai mantenute, lasciando lottare da sola, una minoranza di volontari che ha continuato a informare l’opinione pubblica. Nel nostro territorio della Asl Roma 5, questo compito se lo sono assunti dei volontari organizzati in comitati. Tra gli altri il Comitato Salute ed Ambiente Asl Roma 5 e il Comitato Libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro” con il comunicato che segue.

“Cari concittadini, ecco una breve cronistoria di quanto successo negli ultimi anni, in relazione alle problematiche sanitarie della Asl Roma 5: dal 2006, gli attivisti civici dei nostri territori iniziano una lunga serie di convegni, manifestazioni, incontri istituzionali e quant’altro per cercare di potenziare il servizio sanitario pubblico nella nostra Asl. Nel 2015, visto che nulla cambiava in positivo e anzi le cose peggioravano, insieme a Cittadinanzattiva presentiamo un esposto alla Procura di Tivoli, di cui si trova traccia nel web, riguardante le numerose gravi e croniche carenze della Asl Roma 5. In seguito non abbiamo mai smesso un’attività di informazione tramite articoli e social, nonché di manifestare apertamente contro questa pessima situazione sanitaria, che siamo tuttora costretti a subire. Come risposta alle nostre continue proposte per migliorare la suddetta situazione, oltre alle solite puntuali promesse preelettorali, venne elaborata la delibera numero 729 del 14 settembre 2021 del Policlinico di Tor Vergata che, con oneri da quantificare successivamente, nell’ambito della programmazione della rete ospedaliera 2021- 2023 della Regione Lazio, enunciava un accordo operativo tra Asl Roma 5 e la fondazione policlinico Tor Vergata. Questo accordo, tra le varie voci, prevedeva anche l’attivazione di un servizio di cardiologia presso l’ospedale di Palestrina, con preciso riferimento al punto nascita del suddetto ospedale. L’accordo aveva validità annuale con possibilità di prolungamento di anno in anno. Ma, senza voler far troppe polemiche, in mancanza di informazioni da parte dell’Azienda sanitaria, qualcuno di voi concittadini ha potuto constatare la riapertura di un punto nascita nel polo ospedaliero Colleferro-Palestrina o la riapertura di Ostetricia -Ginecologia e Pediatria a Palestrina? Oppure la realizzazione di un regolare Servizio di Cardiologia presso l’Ospedale di Palestrina? O ancora l’attivazione sul presidio di Colleferro di un percorso di crescita e sviluppo nei segmenti dell’urgenza emergenza, neurologia e cardiologia? Ci fermiamo qui, per non appesantirvi ulteriormente nella lettura, ma prima di sottoscrivere altre convenzioni sarebbe doveroso sapere se la precedente abbia realmente migliorato le liste di attesa infinite e la corretta applicazione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza, ndr). Ora veniamo a sapere di un’ulteriore delibera, questa volta dell’Asl Roma 5, numero 836 del 27 aprile 2023 che, rifacendosi alla precedente delibera del policlinico Tor Vergata prima citata, e viste le già presenti convenzioni operative tra il Policlinico Tor Vergata e la Asl Roma 5, propone un’ulteriore linea di collaborazione tra le due realtà sanitarie, che dovrebbe riguardare anche il presidio ospedaliero di Subiaco, in merito a prestazioni di chirurgia da svolgersi genericamente presso il suddetto presidio ospedaliero, nonché un’altra serie di convenzioni sanitarie che non stiamo qui ad elencare per brevità. Anche qui ovviamente con oneri da quantificare successivamente! Ora, noi vorremmo sapere dalla nuova Giunta regionale se le modalità di risoluzione definitiva delle gravi carenze sanitarie dell’Asl Roma 5 continueranno a limitarsi a generici accordi annuali interaziendali con caratteristiche temporanee. Invece sappiamo tutti che è urgente e indispensabile aumentare il numero dei posti letto ospedalieri, per esempio, pesantemente e cronicamente carenti, assumere operatori sanitari qualificati, incentivandoli inoltre a venire a lavorare nei nostri ospedali, acquistando attrezzature e tecnologie come la risonanza magnetica nucleare, quest’ultima prevista 10 anni or sono circa. E anche qui ci fermiamo perché sono cose che diciamo e proponiamo da circa 15 anni, purtroppo inutilmente. Richiediamo, inoltre, che la regione Lazio non applichi la cosiddetta autonomia differenziata in merito agli standard sanitari e che faccia del tutto per riattivare le strutture sanitarie pubbliche esistenti affinché l’utenza non sia costretta a recarsi periodicamente a Roma per soddisfare i propri bisogni sanitari, con grande difficoltà e sofferenza dei nuclei familiari. Invitiamo perciò tutti i concittadini a vigilare sulla reale situazione sanitaria del nostro territorio, già aggravato da enormi problemi ambientali (come la zona Sin della Valle del Sacco e non solamente) e a partecipare compatti a tutte le nostre iniziative sociali a favore di un vero e immediato potenziamento del servizio sanitario regionale pubblico. Per collaborazioni, in difesa della sanità pubblica, come volontari del territorio della Asl Roma 5 e per inviarci vostre info visitate le nostre pagine e collegatevi a:  https://forms.gle/WQAoALkhsXJjKfjh6

 

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