Infermieri, un assistente che non piace
Istituita una nuova figura professionale su cui Nursing Up ha molto da contestare
Assistente infermiere, questa nuova figura professionale diventa realtà, con la pubblicazione, il 21 giugno sulla Gazzetta Ufficiale del decreto di istituzione. Si tratta di un lavoratore “intermedio”, tra l’operatore sociosanitario e l’infermiere, che opera su delega di quest’ultimo “in un contesto di bassa discrezionalità decisionale ma con responsabilità sull’esecuzione corretta delle attività affidate”, ci spiegano dagli uffici della direzione integrazione sociosanitaria della Regione Lazio. Naturalmente, l’assistente infermiere dovrà rispondere ad alcuni requisiti: essere già operatore sociosanitario, possedere un diploma di scuola superiore e 24 mesi di esperienza lavorativa o in carenza di diploma, cinque anni di lavoro in ospedale e la frequenza di un corso di formazione di almeno cento ore. Non l’hanno presa bene i sindacalisti del Nursing Up, una combattiva organizzazione che tutela gli infermieri, il cui presidente Antonio De Palma va giù duro, promettendo battaglia, con la richiesta di sospensione dell’Accordo Stato-Regioni e del decreto della Presidenza del Consiglio che recepisce tale intesa. Non solo: Nursing Up si appella anche al contratto di lavoro da poco siglato, affinché il riferimento a questa figura sia rimosso. Impresa difficile. “Ė un errore madornale l’istituzione di questa figura – tuona Antonio De Palma, presidente del sindacato – un boccone amaro che non sarà ingoiato in silenzio”, insiste sottolineando di essere l’unica sigla sindacale che sin dal primo momento ha chiesto la revoca del discutibile accordo Stato-Regioni da cui nasce questa figura. E parla di figura ibrida e surrogata, creata solo per coprire la drammatica carenza di infermieri. “Un provvedimento che un servizio sanitario nazionale già al collasso – insiste ancora De Palma – in cui anziché investire sulla valorizzazione dei professionisti si ricorre a scorciatoie che ne compromettono la qualità”. Una trovata, secondo il sindacalista che nascerebbe, a suo avviso “unicamente per tappare i buchi e non per migliorare l’assistenza. L’ennesima toppa mal cucita su una sanità che fa acqua da tutte le parti”. Sotto accusa la Fnopi, Federazione degli ordini infermieristici che, secondo De Palma sarebbe silente senza prendere posizione, in una situazione in cui “è in gioco la credibilità della professione”, incalza De Palma, ricordando che il 18 giugno, giorno della firma del contratto della sanità 2022-2024, ha espresso in una nota ufficiale allegata alla sottoscrizione, la ferma contrarietà all’inserimento della figura dell’assistente infermiere.