Il dissesto della sanità è cosa nota da anni, come è abitudine consolidata il gioco dello scaricabarile, con la mania di addossare le responsabilità del fallimento all’avversario politico. Così da qualche mese, si assiste a una mobilitazione senza precedenti da parte dei partiti di opposizione, delle forze sociali, degli operatori sanitari e di gran parte dei media. In un breve lasso di tempo, tra novembre e dicembre, le piazze si sono riempite con bandiere di ogni colore e in molti si sono scagliati contro l’esecutivo responsabile, per le voci critiche, di non destinare abbastanza risorse al settore. Nella manovra sono previsti 2 miliardi di stanziamento per Asl e ospedali pubblici, di cui gran parte andranno a sanare i costi delle bollette aumentate che le strutture sanitarie non sono in grado di sostenere. Per medici e infermieri del pronto soccorso sono previsti 200 milioni di bonus mentre 650 milioni sono stati destinati all’acquisto di vaccini anti Covid, nonostante le inoculazioni abbiano registrato una significativa diminuzione. Nessuna risorsa è invece destinata al Piano oncologico nazionale, dei 20 milioni previsti nel biennio 2023-2024 contro i tumori, che costituiscono la vera emergenza. A causa del virus Sars-Cov2 che ha assorbito risorse e attenzioni, negli ultimi due anni le malattie oncologiche hanno fatto registrare una impennata di casi attribuibili in larga parte al ritardo nelle diagnosi, tralasciate per provvedere alle inoculazioni del prodotto che attenua gli effetti del Covid. Ė  interessante per comprendere le responsabilità della crisi sanitaria, osservare il definanziamento riservato al settore che in dieci anni ha perso 37 miliardi, a partire dal 2012, tra manovre finanziarie e taglio di risorse rispetto a quelle programmate La tabella pubblicata arriva da Gimbe, la fondazione bolognese non certo sospettabile di simpatie per l’attuale esecutivo. Emerge chiaramente come, tra governi tecnici ed esecutivi politici, da anni le casse della sanità pubblica siano state spolpate per una tendenza in atto da tempo. E le piazze e i giornaloni continuano a riempirsi di parole.

Commenti Facebook:

Commenti