Forlanini e Vaticano, accordo a piccoli passi

Sarà il prossimo governo, se tutto fila liscio, a trattare l’eventuale trasferimento del Bambino Gesù nel complesso abbandonato del Forlanini. Ma la notizia dell’esistenza del progetto di un maxi-polo nel nosocomio di Monteverde, chiuso il 30 giugno 2015 con un decreto firmato da Nicola Zingaretti, ha scaldato i cuori di molti e suscitato perplessità in molti altri. Il paginone di sabato 17 settembre sul quotidiano romano “Il Messaggero”, dal titolo a caratteri cubitali ha riacceso il dibattito che, con andamento sinusoidale ora si spegne ora si ridesta, secondo gli umori della Regione, le sollecitazioni dei cittadini, le manifestazioni in preparazione o eventuali e imminenti consultazioni elettorali. Con una sorprendente coincidenza cronologica, l’ennesima proposta regionale sul futuro del Forlanini arriva a pochi giorni da un importante e forse decisivo voto per il rinnovo del Parlamento e proprio in concomitanza di una manifestazione promossa da uno dei candidati nel collegio in cui ha sede la struttura, prevista per martedì 20 settembre alle 11 davanti all’ingresso del nosocomio, a cui ha aderito il professor Massimo Martelli, strenuo sostenitore della riapertura del polo ospedaliero di Monteverde https://www.sireneonline.it/wordpress/?p=10206. In realtà, della possibile destinazione a nuova sede del Bambino Gesù nei locali del grande edificio si parla da circa due anni ma secondo un dirigente regionale del dipartimento Patrimonio, tutto sarebbe rallentato dal privilegio della extraterritorialità di cui godono i beni appartenenti alla Santa Sede, status giuridico che comporterebbe trattative che vanno ben al di là di un semplice accordo tra amministrazioni. Attualmente, leggendo tra le righe dell’articolo, si parla solo di un memorandum in preparazione, di cui dovrebbe occuparsi il prossimo governo, sempre che ritenga opportuno trasferire un bene pubblico nazionale a uno stato estero, ancorché a fini nobilissimi. Nell’articolo non si illustra a che titolo sarebbe ceduto il complesso, a quale prezzo, a chi competerebbero i costi della complessa ristrutturazione, tantomeno si chiarisce il futuro dell’attuale sede del Bambino Gesù, in zona centralissima ma certo non comoda per i flussi di persone e veicoli che transitano quotidianamente in un ospedale. Un immobile della Santa Sede in posizione strategica per svariati usi, non escluso quello ricettivo in vista dell’imminente Giubileo potrebbe essere un obiettivo a cui guardare con interesse. Tanto più che la Santa Sede sulla sanità si sta riposizionando in modo strategico, considerato il riassetto delle finanze in quell’ambito. Lo scorso maggio, grazie alla Fondazione Sanità Cattolica – e, si dice, con la regia di Marella Enoc presidente del Bambino Gesù – il Vaticano ha acquisito con una iniezione di 100 milioni di euro il Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina che era sull’orlo del fallimento. Una struttura con una grande tradizione nel campo della Ostetricia e Ginecologia, specialità di cui attualmente il pediatrico del Gianicolo non dispone e a cui aspirerebbe. (Foto Forlanini, archivio Massimo Venanzetti)

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