Forlanini, Cgil: “sulle scelte serve coerenza”

Forlanini, è tiro incrociato per la riapertura dell’ospedale dismesso. La pandemia non si ferma, i contagi crescono ma i nosocomi romani e regionali restano chiusi. Da più parti se ne sollecita la riapertura ma la giunta guidata da Nicola Zingaretti non ci sente. Da ultima è intervenuta la Cgil, che il 27 dicembre ha scritto al presidente chiedendo che il complesso di Monteverde “ridiventi spazio sanitario pubblico”. A ridestare il sindacato, che alcuni mesi fa ha avviato una defatigante interlocuzione con gli uffici di via Rosa Raimondi Garibaldi, è stata l’intesa siglata dallo stesso Zingaretti con il ministero dei Beni culturali il 10 dicembre scorso “Accordo di valorizzazione e fruizione dei beni conservati negli ospedali storici della Regione Lazio” che dietro le buone intenzioni di “conservazione degli ospedali e aree connesse” prevede “nuovi modelli di fruizione con il coinvolgimento di soggetti pubblici o privati”. In sintesi: un “soft business” con la promozione di eventi in nome della cultura, ancorché “innovativi che esaltino la peculiarità di questi ospedali”, coniugando le esigenze di cura con il rilevante interesse storico, con gestione affidata a società specializzate nel ramo. Grande tessitore Angelo Tanese, direttore della Asl Roma 1, presidente e fondatore di Acosi, l’associazione di tutela degli ospedali storici italiani fondata a Firenze il 26 dicembre 2020. Cogliendo l’intenzione di salvaguardia di tali spazi, i rappresentanti della Cgil Roma centro ovest litoranea si chiedono per quale motivo uno scrigno di storia e cultura quale il Forlanini non sia parte dell’accordo, prevedendo l’intesa Regione-Mibac interventi per il Santo Spirito, il Nuovo Regina Margherita, il San Giovanni Addolorata e il San Gallicano di Trastevere, presidi in cui è a tutt’oggi in pieno svolgimento l’attività assistenziale. E non solo. Il sindacato, che da anni sollecita la riconversione del Forlanini a presidio sociosanitario, in una nota scrive: “Troviamo la scelta alla base dell’accordo lungimirante e oculata perché coniuga la destinazione ospedaliera con la tutela e la valorizzazione di questo patrimonio. In quest’ottica di rigenerazione urbana di patrimoni architettonici unici, mantenendone inalterata la destinazione sanitaria, appare tuttavia perlomeno bizzarro che, nell’elenco dei siti individuati, non trovi spazio l’ospedale Forlanini”. Identica presa di posizione da parte dell’associazione Italia Nostra, la cui sezione romana si chiede perché al San Giacomo – per la cui riapertura tanto si impegnò il compianto presidente Carlo Ripa di Meana – non sia riconosciuta dignità di ospedale storico. Le proposte della Cgil sono note da tempo e si coniugano in pieno con quanto chiede il coordinamento dei comitati cittadini “Forlanini bene comune”: il recupero architettonico e storico del sito con immutata destinazione d’uso, ovvero una casa della salute e una Rsa, per cui la Regione avrebbe già impostato un progetto e garantito apposite risorse. “Non vorremmo che sul Forlanini si giocasse una partita diversa”, sottolineano i rappresentanti sindacali richiamando Zingaretti e i suoi “a una coerenza di azione rispetto a quanto fin qui condiviso e progettato”. Sul tema si è espresso anche il presidente del XII municipio di Monteverde Elio Tomassetti, nel corso di un incontro con il coordinamento, in cui ha manifestato l’intenzione, già annunciata in campagna elettorale, di impegnarsi affinché il complesso sia recuperato alla vocazione sociosanitaria. Non è la prima volta che le istituzioni locali si spendono per una istanza che, considerate le evidenze epidemiologiche, risulta del tutto fondata. Numerosi sono gli atti prodotti tra Regione, Roma Capitale e i municipi XI e XII, contigui all’ospedale dismesso: ordini del giorno, mozioni, interrogazioni. Nel febbraio 2015 i consiglieri regionali del M5s presentano un’interrogazione urgente a Zingaretti; il 16 aprile dello stesso anno è la volta di Sinistra e Libertà con una mozione in Assemblea capitolina cui fa seguito identico atto il 23 aprile nel Consiglio del XII municipio e a ottobre al Consiglio regionale. Anche il municipio XI si fa sentire, approvando una mozione di Valerio Garipoli del 5 giugno 2015, in cui si chiede la salvaguarda del nosocomio. Da ultimi, la mozione numero 25 approvata il 16 marzo 2017 in aula Giulio Cesare e l’ordine del giorno del 13 marzo 2020, prima firmataria Gemma Guerrini M5s, poi nel gruppo misto, per sollecitare il recupero e riutilizzo del Forlanini. Atti finora improduttivi, contro una ostinazione regionale al mantenimento di un patrimonio inutilizzato, che difficilmente trova giustificazione.

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