Nessun allarme per le presunte zanzare killer. Come era prevedibile, i casi di Febbre del Nilo o West Nile – malattia causata dal virus trasmesso dalle punture dell’insetto – sebbene si stiano diffondendo in Italia con l’aumento delle temperature, non devono destare eccessivo allarme ma invitarci soltanto ad assumere le dovute precauzioni. La prima vittima italiana risale al 2024, si tratta di una donna ottantenne residente in Veneto, a cui sono seguite altre quattro vittime: una in Piemonte, una in Friuli Venezia-Giulia, due in Emilia-Romagna. E anche il 2025 ha visto il recente decesso di una ottantaduenne in provincia di Latina mentre altre sei sono le persone affette dalla febbre sempre nella stessa area. Secondo gli esperti, l’andamento è tal quale agli altri anni. Nell’80% dei casi il decorso è benigno, anzi l’affezione potrebbe essere anche asintomatica; nel 20% possono insorgere lievi disturbi come febbre, mal di testa, nausea. Soltanto nell1% dei casi la puntura può portare a infezioni del sistema nervoso centrale e delle membrane che lo rivestono. Il virus, trasmesso dalle comuni zanzare – nome scientifico Culex quinquefasciatus – che da sempre popolano le serate estive, non si trasmette tra umani, fu isolato in Uganda nel 1937 ed è arrivato in Europa ’all’Africa attraverso le rotte degli uccelli migratori. La novità, è che dall’Italia del Nord, specie dalla pianura Padana, si sta avvicinando a Roma, transitando nella pianura Pontina un tempo terra di malaria e il periodo di incubazione va dai 2 ai 14 giorni ma può arrivare anche a 21. Nel 2023 i decessi legati alla Febbre del Nilo furono 27, l’anno prima 37 e alcuni esperti ritengono che l’aumento delle temperature, con la maggiore riproduzione delle zanzare, abbia agevolato la diffusione del virus. Ma non c’è da allarmarsi, basta adottare i soliti metodi di allontanamento degli insetti dalle nostre case con sistemi ben noti: dalle zanzariere agli spray e repellenti, evitando di mantenere il ristagno di acqua nei vasi, indossando abiti chiari e, soprattutto, proteggendo gli anziani e le persone fragili. Come sempre, la prevenzione è la miglior arma per evitare conseguenze spiacevoli e, raramente, le affezioni gravi. C’è da augurarsi che anche l’informazione riesca a essere calibrata, sulla base della reale portata del fenomeno, considerata la tendenza al sensazionalismo, alimentata negli ultimi cinque anni da cattivi maestri. (Nella foto: cellula infettata dal virus)

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