“Dopo anni di commissariamento e di stenti economico finanziari, arriva finalmente il rilancio di Farmacap. La faticosa discussione che la scorsa settimana, grazie alla maggioranza dell’assemblea capitolina, ha portato all’approvazione dei bilanci dell’azienda farmasociosanitaria, ha consentito al piano di risanamento di passare l’esame dell’aula. È un risultato per Roma e per i lavoratori dell’azienda speciale: le 45 farmacie presenti nelle periferie della città sono salve e si potrà continuare a garantire il servizio di assistenza sociale messo a disposizione delle fasce più deboli della cittadinanza”. Così, esattamente il 19 maggio di un anno fa, le segreterie sindacali Filcams-Cgil Roma Lazio, Fisascat-Cisl Roma Capitale e Rieti e Uiltucs Roma e Lazio annunciavano, con una vena di trionfalismo, il risultato raggiunto, che avrebbe dovuto garantire investimenti per 22 milioni di euro, ripartiti tra copertura di perdite di bilancio tra il 2013 e il 2021 (13,6) milioni, più 4,9 milioni per l’aumento di capitale e 3,6 milioni quale anticipo per l’alienazione di immobili “non strategici” (asili nido, ndr). A un anno di distanza, di risanamento ancora non si parla. Lo denuncia il consigliere della Lega Fabrizio Santori che, in un comunicato parla di “inerzia capitolina che blocca il piano di risanamento Farmacap, che rimane al palo, nonostante la sua approvazione”. Un patrimonio prezioso quello costituito dalle 45 farmacie della azienda sociosanitaria capitolina, distribuite in tutta Roma, in prevalenza nelle zone periferiche. Non si tratta di meri esercizi di vendita farmaci a prezzo competitivo, ma di punti di riferimento sociosanitario per le fasce più fragili di popolazione, sempre in bilico a causa di una non oculata gestione da parte del Campidoglio. Creata nel 1997, dopo un avvio brillante, la partecipata comunale ha visto investimenti non ottimali entrando presto in crisi, subendo sette anni di commissariamento, fino a sfiorare la liquidazione, se non fosse intervenuto il piano di risanamento che però stenta a decollare. Per questo Santori si avvia a chiedere un accesso agli atti “per verificare la correttezza e la congruità delle azioni compiute fino ad oggi in attuazione del piano”, con particolare attenzione al rinnovo del fido con la tesoreria capitolina, per garantire liquidità all’azienda e al presunto pagamento di “canoni inutili per la mancata razionalizzazione delle sedi delle farmacie, con ulteriore spreco di denaro pubblico”, chiosa l’esponente della Lega.

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