L’acronimo è Esod, che corrisponde a Ėquipe ospedaliera specializzata in dipendenze; le competenze sono un unicum in Italia. Si tratta di un gruppo di ricercatori, specialisti e clinici, appartenenti al Centro antiveleni Irccs, Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, Maugeri di Pavia, dedicato allo studio delle droghe e alla presa in carico di pazienti che utilizzano nuove sostanze, per l’identificazione analitica di queste e il trattamento dei sintomi correlati all’abuso. Nel programma, naturalmente sono incluse cure efficaci, che diventano mirate nel momento in cui di una sostanza psicotropa si conosca la vera natura. Sono 1.050 le nuove droghe. Fra quelle che di recente hanno creato intossicazioni di difficile diagnosi ve ne sono alcune i cui nomi risultano assolutamente sconosciuti a gran parte della collettività: i catinoni, le ketamine, il muscimolo, composto chimico contenuto in natura anche in alcuni funghi che viene ‘spacciato’ in cioccolato e caramelle facilmente reperibili nel web. Diviene pertanto insidioso anche il canale di diffusione di tali prodotti. Il Maugeri di Pavia, leader in Italia con l’avvio nel 1967 della prima Scuola di specializzazione in Tossicologia e con l’istituzione della Società Italiana di Tossicologia, si pone oggi come centro di riferimento nazionale anche nell’ambito delle droghe. Per questo, al Maugeri fa riferimento la presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento Politiche antidroga – e al centro si rivolgono tutti gli ospedali del nostro Paese, ferma restando la competenza dei SerD, servizi di assistenza per le tossicodipendenze, riferita a un compito di mera assistenza a persone in stato di dipendenza. Considerata tale storica tradizione, il Maugeri è stato scelto dall’assessore al Welfare della Regione Lombardia Guido Bertolaso, per gestire il primo progetto pilota nazionale che, attraverso Esod si occuperà di valutare i danni provocati da nuove sostanze psicoattive e dei possibili trattamenti per ripristinare la salute dei pazienti. “Siamo l’unica équipe in Italia e in Europa di questo genere – commenta il direttore di Esod Carlo Locatelli – abbiamo un’esperienza unica nel Paese, maturata in oltre 15 anni, sulle problematiche correlate all’abuso di nuove droghe e di sostanze psicoattive che ci ha resi un punto di riferimento nazionale in questo ambito. Non andiamo a sostituire l’attività dei SerD, ma rispondiamo all’esigenza di un mondo che risulta ancora sconosciuto sul piano medico e sul quale occorre, da un punto di vista deontologico e sanitario, sperimentare un modello per la gestione e la cura di questi pazienti”. Del gruppo di lavoro fanno parte medici del Centro antiveleni, personale infermieristico specializzato, microbiologi, farmacologi, internisti, neuropsichiatri infantili, psicologi dell’azienda sociosanitaria territoriale di Pavia (Asst). Il lavoro si articola su problematiche complessive: dalla ricerca molecolare a quella analitica per arrivare all’esame sui soggetti intossicati. Il trattamento della patologia da dipendenza, si basa su due pilastri: la problematica psichiatrica e psicologica, per la gestione degli aspetti comportamentali, dall’altra parte si curano i danni biologici che queste sostanze procurano al cervello, indagando con tecniche raffinate di diagnostica per immagini con marcatori specifici, per poi approcciare trattamenti innovativi al fine di rimediare al danno neuronale provocato. Attivati subito quattro posti letto per pazienti provenienti dal pronto soccorso, dai servizi psichiatrici, dalle rianimazioni della provincia di Pavia; gli stessi saranno poi indirizzati, previo consenso, presso l’Esod per il trattamento in oggetto. “Intervenire sui giovani – ha esordito l’assessore Bertolaso (nella foto) in visita il 30 giugno alla struttura – è priorità assoluta di Regione Lombardia. Gestiamo il problema di una società che sta invecchiando e deve tutelare i giovani che vivono in questo Paese. Concretizziamo un progetto trasversale con vari soggetti: istituzioni, università, enti privati convenzionati, chi lavora sul territorio per contrastare il drammatico fenomeno delle droghe grazie anche a un gioco di squadra completo e organico. Abbiamo stanziato sei milioni, sperimentiamo tale approccio multidisciplinare a Pavia per poi attuarlo  a Milano, Lecco e in altre province”, conclude. Fu lo stesso Bertolaso, all’inizio di marzo, ad annunciare il progetto dopo l’approvazione di una delibera della giunta regionale.

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