Dolomiti: arrivano i rifugi della salute
“Rifugio sano e sicuro” con precisi standard e strumenti salvavita per tutelare gli escursionisti
Sono 55 i rifugi montani del Veneto con la qualifica di “Rifugio Sano e Sicuro”. Caratteristiche peculiari: un corso di accurata formazione dei rifugisti, la dotazione di un defibrillatore semiautomatico esterno (Dae) con accessori correttamente manutenuti a cura della centrale 118, formazione sulle manovre di primo soccorso (corso Blsd) e/o per l’utilizzo del Dae, sfigmomanometro per rilevare la pressione; menù con indicati gli alimenti potenziali cause di allergie o intolleranze; disponibilità di pasti privi di glutine, approvvigionamento idrico controllato; contrasto alla legionellosi con apposito controllo negli ambienti; disponibilità di creme solari ad alto fattore protettivo e cappelli con visiera/bandana per la prevenzione del melanoma. La rete dei rifugi si è ampliata con le ultime tredici strutture – nei territori vicentino, trevigiano e veronese – premiate nel Rifugio Papa sul massiccio del Pasubio. “Con l’ingresso di altre province – ha spiegato l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin – si delinea la ‘Rete regionale dei rifugi sani e sicuri’ per la diffusione della prevenzione ad alta quota, vivendo il tempo libero in sicurezza”. Il progetto è promosso dal dipartimento di Prevenzione della Ulss Dolomiti per promuovere la salute, in vista dei prossimi appuntamenti olimpici con l’aumento dei flussi turistici e, alla fine del percorso di formazione, le strutture possono ottenere il “bollino”, vera e propria certificazione di qualità a favore degli escursionisti. “Una rete regionale diffusa e coesa – sottolinea l’assessore – e un’opportunità di salute per coloro che frequentano le nostre montagne”. Chi, aderendo al progetto fosse sprovvisto di defibrillatore, può richiederlo alla Ulss in comodato d’uso gratuito. Prevenzione quindi, unita alla formazione e campagne di sensibilizzazione, come quella sul melanoma, promossa da tempo in Regione Veneto, con lo slogan “Montagna si melanoma no!”. Un progetto legato a dati statistici che evidenziano come la patologia sia in aumento e come l’esposizione ai raggi solari rappresenti un rischio, soprattutto in montagna, considerato che “l’80% dei giovani sciatori non usa protezione solare per la pelle. “Il rifugio diventa così un luogo importante – chiarisce ancora Lanzarin – idoneo per promuovere un’azione di prevenzione”. Per info: https://www.aulss1.veneto.it/service/progetto-rifugi-sani-e-sicuri/?from_search=true